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AUTOCERTIFICAZIONE TARSU

 
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Pubblicato da su 28 marzo 2018 in autocertificazione, monteco, tarsu

 

Verbale C.C. di Oria del 27 settembre 2012 – Riordino delle Province (punto n. a all’O.dG.)

Comune di Oria (BR)
Seduta Consiliare del 27/09/2012
Convocazione Ore 16:00 – Inizio Ore 16:55

omissis

Punto nr. 4: “Art. 17 D.L. 6 luglio 2012 n. 95 recante “disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini”. Riordino delle province. Determinazioni”.

PRESIDENTE
Cedo la parola al Sindaco al fine di illustrarci le determinazioni da assumere in Consiglio Comunale.
SINDACO
Grazie, Presidente. Scusate se rimango seduto, non potendo rispondere sulla salute dell’Amministrazione, rispondo della mia che ho un po’ di febbre ed un pizzico di bronchite che mi impedisce di stare in piedi e affrontare i problemi come vorrei. A parte la battuta, vediamo di entrare opportunamente all’interno di un provvedimento che, come sappiamo, è un provvedimento storico perché la Legge n. 135 del luglio 2012 introduce una revisione o riordino delle Province stabilendo anche dei requisiti precisi entro i quali ci sono Province che sopravvivono e Province che vengono cancellate. Sapete che la Provincia di Brindisi per quanto ci riguarda e anche quella di Taranto molto vicina a noi non avendo i requisiti sia demografici, cioè 350 mila abitanti, questo requisito c’è, ma soprattutto il requisito della estensione territoriale in 2.500 chilometri quadrati, sono due Province che secondo la Legge 135 sono ormai cancellate. Ecco, anche se la legge non parla di soppressione ma di riordino, sappiamo che questi criteri non avranno alcuna possibilità di essere modificati, anche se ci sono altri passaggi che devono essere effettuati in sede parlamentare, però sono criteri che non saranno comunque modificati perché parliamo di un Governo tecnico molto determinato e deciso ad andare avanti in questa direzione che riguarda la razionalizzazione della spesa pubblica all’interno del cosiddetto spending review e quindi dobbiamo dare per definitiva la soppressione della Provincia di Brindisi. Ecco, intorno a questa soppressione della Provincia di Brindisi che, ripeto, si tratta di un passaggio storico molto rilevante, si è aperto un grande dibattito circa la gestione di questo riordino e come la gestione stessa deve essere governata e portata avanti. Si è aperto un grande dibattito che è partito in sordina ma che poi si è sviluppato enormemente. Ormai non c’è Comune, Provincia o Regione dove non si parla quotidianamente della Legge 135/2012 perché vede interessate tutte le regioni d’Italia. Quindi un dibattito che rappresenta in questa occasione una risorsa importante perché se non si fossero aperte queste riflessioni e queste discussioni a tutti i livelli la partita della Provincia di Brindisi per quanto ci riguarda sarebbe stata già conclusa e sarebbe stata conclusa in maniera negativa e devastante nel senso che non avremmo avuto nessuna possibilità di recuperare quella dignità che la Legge 135 ha tolto al nostro territorio provinciale. Questo dibattito che ha riaperto la discussione sul riordino della Provincia, quindi ha individuato in qualche misura un percorso all’interno del quale vanno consumate tutte le iniziative possibili per vedere come Brindisi può meglio collocarsi all’interno di questo riordino, sono venute fuori alcune ipotesi. Una è quella di lavorare per la costruzione di una macro Provincia che vede insieme Lecce, Brindisi e Taranto e sembra questa essere ormai la volontà più diffusa che prevale all’interno di tutti i Consigli Comunali interessati al problema ed è proprio di oggi una dichiarazione del Ministro Griffi, il quale scarterebbe – anche se poi le decisioni come sappiamo spettano al Parlamento – l’ipotesi di una macro Provincia a tre teste, come qualcuno l’ha pensata – Brindisi, Lecce e Taranto – e scarterebbe anche una Provincia con due città capoluogo che riguarderebbe in questo caso Brindisi nel caso si accorpasse con la città di Taranto. Anche qui è la novità di oggi pomeriggio, l’ho sentita per caso nel telegiornale che rilasciava queste dichiarazioni praticamente bocciando ogni tentativo di accorpamento sia che ciò avvenga per le tre Province e sia che ciò avvenga per la Provincia di Brindisi e Taranto. Ecco, diciamo che il sentimento popolare oppure i cittadini dei comuni della provincia di Brindisi in modo sicuramente prevalente un po’ presi dalle emozioni del ritorno alle origini, Oria è stata come sappiamo fino al 1927, data in cui è nata la Provincia di Brindisi, terra d’Otranto come tutti gli altri comuni limitrofi, e poi c’è anche questo fascino particolare che riguarda il Salento per quanto attiene la storia, le tradizioni, la cultura e sono valori, elementi nelle quali la nostra comunità si riconosce pienamente. Anche dai sondaggi che si stanno effettuando in questi giorni in tutti i Comuni, ma anche qui ad Oria abbiamo provato a fare un sondaggio relativamente al tipo di Provincia alla quale si volesse appartenere, ovviamente il sondaggio va tutto nella direzione di Lecce. Però, trattandosi di un problema che non è soltanto una operazione di tipo ingegneristico- istituzionale e quindi io sto di qua o di là senza nessun tipo di ragionamento all’interno di questa scelta, ma si tratta di riorganizzare un territorio proprio per quanto riguarda i servizi, i riferimenti, gli Enti pubblici, che deve garantire ai cittadini e alle imprese per i bisogni che i cittadini stessi esprimono quotidianamente è chiaro che noi all’interno di questa riflessione dobbiamo provare a ragionare con il cuore, ma anche con una riflessione che possa in qualche modo aiutarci a non creare maggiori disagi possibili ai cittadini. Allora sono nate alcune ipotesi. Per quanto ci riguarda noi proponiamo la nascita della super Provincia e questa è una scelta precisa che facciamo, non è una opzione. Noi diciamo che per quanto ci riguarda noi lavoreremo e faremo il nostro massimo possibile a qualsiasi livello dove ci sarà consentito e devo annunciare che il 2 di ottobre, martedì mattina, abbiamo convocato presso il Castello Federiciano di Oria tutti i Sindaci della Provincia di Lecce, Brindisi e Taranto perché lì si abbia un momento di insieme e confezionare una posizione, la più unitaria possibile, perché sia una posizione forte, credibile, autorevole da presentare alla Regione Puglia, la quale Regione Puglia a sua volta dovrà trasferire al Governo centrale per i provvedimenti definitivi. Quindi, dicevo, c’è questa nostra richiesta forte che prevale in tutti gli altri Comuni di creare la super Provincia Brindisi, Lecce e Taranto, perché Lecce è già Provincia, e poi se ciò non dovesse avvenire, ma non per colpa nostra ma perché c’è una mancanza di confronto, perché c’è Taranto che rivendicherebbe a sua volta lo status di capoluogo di provincia perché risulterebbe la città con il maggior numero di abitanti, come dice la Legge, Lecce non vuole rischiare, essendo già Provincia, di cedere il passo o lo status di Provincia alla città di Taranto, quindi c’è questa diatriba all’interno delle tre Province che sembrerebbe non consentire la creazione di questa super Provincia che unirebbe il Salento, accorperebbe le tradizioni, la storia, la cultura con i punti di forza della provincia di Brindisi e di Taranto che è l’agglomerato industriale, la Marina Militare, che sono due porti – uno commerciale ed uno turistico – che sono due aeroporti – uno commerciale ed uno turistico – e questo darebbe luogo ad una delle Province sicuramente più forti d’Italia. Se pensiamo che con i tempi che vengono avanti quello che conterà più di ogni altra cosa è il rapporto di forza che una realtà è capace di esprimere nei confronti del Governo centrale, Brindisi, Lecce e Taranto sicuramente diventerebbe una delle Province più autorevoli e più forti non solo della Puglia ma di tutto il territorio nazionale e questa è anche un’altra ragione perché si lavori e si insista per la creazione della super Provincia Brindisi, Taranto e Lecce. Non la voglio fare lunga su questa cosa, ci sono alcune difficoltà che è la mancanza di confronto, la mancanza del dialogo, nessuno vuole fare un passo indietro per non perdere le proprie condizioni di status di Provincia, chi affronta questo problema con un campanilismo esasperato, è molto probabile che sia complicatissimo arrivare alla costruzione della super Provincia così come noi vogliamo e come proporremo in sede di questo Consiglio Comunale. Però, dicevo e finisco, se questo non dovesse essere allora abbiamo il dovere di ragionare su una opzione che sarebbe quella di una eventuale che non siamo in grado di scartare definitivamente in questa circostanza perché comunque poi sarà il Governo a ratificare, ad approvare definitivamente o a ridisegnare i territori provinciali, ma questo è un compito che spetta esclusivamente al Governo, noi abbiamo un compito consuntivo, esprimiamo un parere che avrà il suo peso nei confronti della Regione Puglia perché insieme agli altri pareri del Comune la Regione Puglia dovrà sintetizzare una proposta da presentare al Governo, quindi questo parere diventa un momento importante. Quindi, mi ripeto su questa cosa, quello che noi vogliamo e quello che noi proponiamo, la super Provincia Brindisi, Taranto e Lecce, allora è giusto ragionare sull’eventuale accorpamento con la città di Taranto che non è più Provincia come non è Provincia Brindisi. In questo caso noi leghiamo questa possibilità, questa opzione di accorparci con la città di Taranto, la condizioniamo al fatto che le due città devono essere due città capoluogo, ripeto, che non siamo in grado di scartare definitivamente questa ipotesi. Se ciò dovesse avvenire accorpandoci con Taranto, quindi lasciando a Brindisi lo status di città capoluogo, avremmo enormi vantaggi perché saremmo in grado se così fosse di garantire alcuni servizi importanti alla nostra collettività. Quando parliamo di riparto dei servizi e degli Enti pubblici nelle due città capoluogo non diciamo che ci devono essere i doppioni, assolutamente no, però se abbiamo un pacchetto di servizi e di Enti pubblici di livello provinciale questo deve essere equilibratamente distribuito tra una città capoluogo e un’altra. Avremmo la ASL e non avremmo la Prefettura, avremmo la Questura ma non avremmo la Motorizzazione, avremmo la Camera di Commercio ma non avremmo il Ministero del Tesoro, per riparto si intende questo, quindi non andremmo per niente ad intaccare quello che è lo spirito della legge che è il risparmio delle risorse pubbliche attraverso una miriade di presenze di Enti pubblici o di servizi che oggi non ci possiamo più consentire per la nota crisi economica che il paese sta attraversando altrimenti lo spending review non avrebbe senso. Infine devo dire un’altra cosa sicuramente molto importante perché il mantenimento dello status capoluogo per Brindisi, come per Taranto, ci consentirebbe di conservare la titolarità all’accesso dei finanziamenti europei, cosa che perderemmo definitivamente se Brindisi diventa uno dei 155 o 160 semplici Comuni della Provincia di Lecce. Questa riflessione la dobbiamo introdurre perché abbiamo il dovere e la responsabilità di agire per la tutela migliore e possibile degli interessi che noi in questo consesso rappresentiamo. Queste sono la proposta e l’opzione, perché noi diciamo affermativamente – e su questo non possiamo consentire giochi da parte di nessuno – che Oria per quanto ci riguarda, poi ovviamente il Consiglio Comunale nella sua discussione tirerà le conclusioni che riterrà di fare, la nostra proposta è quella di lavorare per la creazione della super Provincia Lecce, Brindisi e Taranto, che poi sembra essere la soluzione che più di altre trova consenso nelle varie istanze istituzionali. Abbiamo introdotto solo la riflessione per quanto concerne un eventuale accorpamento con la città di Taranto per le cose che credo di aver sufficientemente motivato. Quindi la preghiera che posso fare in conclusione è quella di non politicizzare molto questa cosa, faremmo un grave errore se dovessimo riflettere, ragionare e decidere su un passaggio storico così importante facendoci prendere dalle appartenenze politiche come in altre sedi sta accadendo. Noi sulla base delle riflessioni che abbiamo fatto, le sviluppiamo, le rafforziamo, le smontiamo, le integriamo però la decisione finale deve essere quella di produrre una azione e un atto che possa il più possibile rappresentare e tutelare i bisogni della popolazione e dei cittadini che in questa sede rappresentiamo. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie al Sindaco per il suo puntuale intervento. Ci sono interventi da parte dei Consiglieri Comunali per questo argomento?
Consigliere MAZZA
Chiedo scusa, Presidente, prima di dare luogo agli interventi, siccome so che c’è una scrittura di questa proposta di deliberazione, perché quella portata agli atti è monca, manca il deliberato, per cui se c’è sarebbe il caso di distribuirne una copia ad ogni Consigliere anche per poterla leggere. Il Sindaco l’ha illustrata.
PRESIDENTE
Facciamo fronte alla sua richiesta, Consigliere mazza. Nel contempo il Consigliere Vitto può procedere con il suo intervento. Prego.
Consigliere VITTO
Grazie, Presidente. Dopo aver ascoltato attentamente quanto ha detto il Sindaco, voglio soffermarmi sull’argomento. In un incontro tenuto con il Sindaco avevamo chiesto di rinviare l’argomento alla prossima settimana, quando avremmo avuto contezza di quello che sarebbe successo anche nei vari Comuni sia della Provincia di Brindisi che di Taranto. L’argomento che dobbiamo affrontare ed a cui dobbiamo dare un parere è abbastanza complicato e sicuramente avrà conseguenze su tutto il territorio, non solo nel brindisino ma anche nel leccese e nel tarantino. Quindi era necessario ed è necessario, purtroppo le notizie o la legge è stata fatta in modo un po’ affrettato, conoscere effettivamente quali siano le problematiche e tutto quello che è connesso con questa decisione e questo riordino dell’assetto delle Province che ancora, ad essere sincero Sindaco, nessuno sa perfettamente quale sia la realtà o le regole da seguire. Per cui come gruppo abbiamo stilato una proposta di delibera che voglio che sia consegnata a tutti i Consiglieri per poter concordare assieme la decisione finale. Devo annunciare effettivamente che noi come gruppo chiediamo che la Provincia di Brindisi rimanga tale e quale. Sappiamo le grosse difficoltà, però sappiamo che ci sono delle tappe che dovranno essere seguite, cioè quella dei primi di ottobre in Provincia, quella del 24 di ottobre nella Regione e poi sarà discussa a livello centrale. Per cui noi chiediamo in linea generale, così, che la Provincia di Brindisi rimanga tale e quale perché l’entità, il territorio e anche tutto ciò che è connesso con la Provincia di Brindisi non può essere cancellata da una semplice legge, anche perché tutta l’Italia, diverse Province sono in discussione come quella di Brindisi. Alla fine – devo sintetizzare, poi lo leggerò – se mi è possibile ottenere questa decisione naturalmente chiedere l’appartenenza alla Provincia di Lecce senza pensare ad altre situazioni, come diceva il Sindaco, di coinvolgere anche Taranto. Taranto deciderà per fatti suoi, però in un primo momento devo dire chi ha ben seguito un po’ le vicende Taranto anche se in apparenza era disponibile ad accettare la Provincia di Brindisi, in realtà si trovava in una posizione di forza. Su questo chiudo senza voler polemizzare, come diceva il Sindaco, senza fare campanilismi o appartenenze politiche. Vorrei dare lettura della proposta: “Il Consiglio Comunale di Oria, considerate e ritenuto che: la Provincia di Brindisi fu istituita con Decreto Regio il 2 gennaio del 1927 nr. 1 che contemplava il riordinamento delle Circoscrizioni Provinciali, per volere dell’allora Governo che scorporò l’antica Terra d’Otranto fu un riconoscimento dovuto alla sua storia millenaria e alla sua felicissima posizione geografica che la rendeva un punto fondamentale per rapporti con la sponda opposta e l’Oriente. Questa storia parte da molto lontano, sin da quando i romani riconobbero l’importanza di Brindisi sotto l’impero romano che crebbe economicamente per la ricchezza dei suoi prodotti agricoli e strategicamente il porto divenne il più importante per i traffici con la Grecia e l’Oriente assumendo un ruolo cruciale per traffici marittimi e visse anni di grande splendore. Non a casi Brindisi e la sua Provincia vennero collegate con la capitale dell’impero tramite la via Appia, la più famosa strada romana, tanto da meritare l’appellativo di regina viarum. Brindisi divenne il punto di partenza per le crociate alla volta della Terra Santa e in città si stabilirono vari ordini tra cui quello dei Cavalieri Templari e l’Ordine teutonico. Durante il dominio degli Aragonesi furono costruite numerose fortificazioni anche lungo la costa per scongiurare i pericoli derivanti dalle incursioni dei turchi. Durante la Grande Guerra, Brindisi contribuì in maniera preponderante agli eventi bellici sfruttando l’ampiezza e la sicurezza del porto e le industrie meccaniche lavorarono a ritmi frenetici. Oltre che bellico e mercantile Brindisi divenne porto di accoglienza per decine di migliaia profughi serbi, solidarietà che anche in tempi recenti ha avuto modo di riconfermarsi durante il drammatico esodo degli albanesi. Agli inizi del Novecento Brindisi visse un periodo di grande fervore imprenditoriale: porto e aeroporto hanno assunto nel corso degli anni il ruolo preminente e decisivo sia in campo militare che civile, testimoniato anche dagli importanti collegamenti con il mondo economico ed imprenditoriale dell’Oriente di cui Brindisi è Porta. Brindisi, inoltre, è bene ricordarlo, è stata una delle Capitali d’Italia. Tale storia non può essere mortificata da un decreto scritto con criteri soltanto ragionieristici, del tutto incomprensibili, allorché non si è scelto di sopprimere tutte le Province d’Italia. Infatti, un risparmio di spesa sarebbe stato comprensibile ove il sacrificio fosse stato chiesto a tutti i cittadini d’Italia ed a tutti i territori, procedendo alla soppressione di tutte le Province. Invece, decidendo di sopprimere alcune Province e di lasciare in vita le altre, si è umiliata la storia, le tradizioni e la dignità di tante collettività italiane. Nei prossimi giorni la Regione Puglia, sentito il Consiglio delle Autonomie Locali, dovrà trasmettere la propria proposta di riordino delle Province pugliesi, sicché è opportuno che il Comune di Brindisi esprima anche in tale sede la propria volontà affinché non venga soppressa la Provincia, eventualmente utilizzando anche le deroghe previste dagli adottati provvedimenti normativi, anche in considerazione che la Provincia raggiunge il requisito della popolazione di circa 410 mila abitanti ed ha una superficie di 1.839 chilometri quadrati. Il capo del Governo dell’epoca, nel conferire a Brindisi il ruolo di Provincia, ebbe a dire “non è senza significato che oggi la città riprenda il posto che le compete nella storia d’Italia”. La determinazione, infine, dei criteri minimi è stata effettuata con delibera del Consiglio dei Ministri e pertanto è priva di valore legislativo in assenza di una legge ad hoc e considerato che il Governo dovrà tornare in Parlamento con un disegno di legge definitivo e che quella sarà la sede dove si potrà rimettere in discussione l’entità del requisito territoriale. Ove ogni auspicio, azione ed intervento per salvaguardare l’autonomia della Provincia di Brindisi non dovesse sortire l’effetto desiderato, questo Comune non accetta la mera annessione alla Provincia di Taranto, bensì a quella di Lecce per affinità culturali, storiche e di tradizione. Tutto ciò premesso e ritenuto, delibera di chiedere al Governo centrale, al Governo regionale della Puglia ed ai parlamentari tutti che sia mantenuta l’autonomia della Provincia di Brindisi per quanto innanzi detto. In subordine, ove la prima richiesta non dovesse trovare accoglimento, che la Città di Oria sia riordinata nella Provincia di Lecce. Il Consiglio Comunale, inoltre, manda al Sindaco di inoltrare il presente deliberato al signor Presidente del Consiglio dei Ministri, al signor Presidente della Regione Puglia ed a tutti i parlamentari pugliesi”. Grazie.
Consigliere CARONE
Si potrebbe avere una copia?
PRESIDENTE
Ci sono altri interventi? Intanto il Sindaco dà lettura analogamente a quanto ha fatto il Consigliere Vitto della proposta di delibera a cui si è ispirato nel corso del suo intervento. Prego, signor Sindaco.
SINDACO
Grazie. ovviamente ci risparmiamo visto, ritenuto, considerato e andiamo alla conclusione.
Consigliere VITTO
E’ stato premesso il cappelletto storico per evidenziare.
SINDACO
Io ho apprezzato molto tutti questi assaggi storici importanti che danno prestigio alla storia alla quale apparteniamo, quindi è un documento fatto con il cuore, ricco di sentimenti, però è un po’ autolesionista e riduttivo perché noi condividiamo i sentimenti, le emozioni, le passioni che stanno in quel documento e ci riconosciamo perfettamente, però riteniamo che dobbiamo provare a dare soluzioni, le più adatte e migliori possibili per tutelare la nostra comunità. Dire “andiamo con Lecce” e basta o dire “Brindisi Provincia”. Ma se fosse così, chi non è d’accordo per lasciare Brindisi Provincia? Trovi una porta aperta, però sappiamo che non è possibile perché abbiamo un Governo tecnico che ormai abbiamo imparato a conoscere molto bene e che non ritornerà mai sui suoi passi. I criteri sono quelli, la legge c’è, i requisiti sono stati individuati. Il dato è tratto – come diceva qualcuno – per cui è pura illusione –scusami, non con te – è pura illusione pensare di dire “proviamo perché Brindisi rimanga Provincia”. Questa è una cosa che dobbiamo completamente cancellare dalla nostra mente. Noi, oltre che condividere questo passaggio a Lecce perché poi viene da sé, se noi andiamo a riflettere poco sulla cosa va da sé che andremo a Lecce, non riteniamo giusto non provarci, non tentare di dare una possibilità remota, inesistente perché Brindisi rimanga capoluogo. Questa sarebbe una soluzione che consentirebbe a tutti noi di salvaguardare e salvaguardarci il futuro, perché noi stiamo ragionando su una cosa che riguarda le nuove generazioni e dobbiamo assumerci tutte le responsabilità che un provvedimento di questo genere comporta perché domani i nostri figli ci diranno “ma che caspita hanno deciso! Perché hanno scartato a priori senza manco tentare la possibilità che Brindisi rimanga capoluogo”, con tutti gli effetti positivi, ce ne sono tanti, io ne ho accennati solo due che sono più importanti, ma Brindisi capoluogo significa tutelare alcune presenze e interessi. Detto questo, chiedo scusa se ho approfittato per dialogare su questa cosa, la proposta è questa: “Il Consiglio Comunale delibera di esprimere formalmente il proprio parere, ancorché non vincolante, di voler aderire per la formazione della super Provincia Lecce, Brindisi e Taranto. – Questa è la proposta che avanziamo. – Le ragioni di detta scelta sono legate alla necessità di valorizzare le immense potenzialità del Salento, per rilanciare il turismo, l’economia e l’occupazione in un territorio ricco di storia, di cultura e di tradizioni nelle quali si riconosce l’intera comunità oritana. – Il sondaggio ha praticamente detto questo. – Questo progetto, qualora dovesse risultare impraticabile per diverse ragioni e tra queste il mancato confronto tra le tre città con pari dignità e senza sottomissioni per la formazione della super Provincia, si preferirà l’accorpamento con la città di Taranto a condizione che ciò garantisca il riconoscimento dello status di capoluogo ad entrambe le città di Brindisi e Taranto ed il riparto equilibrato della presenza nei due territori dei servizi e degli Enti pubblici ai quali i cittadini e le imprese quotidianamente fanno ricorso. Quest’ultima opzione con Brindisi e Taranto capoluogo significherebbe tra l’altro conservare la titolarità di accesso ai finanziamenti europei che sarebbe definitivamente preclusa qualora le due città diventassero uno dei tanti semplici comuni appartenenti ad un’altra Provincia”. Se fallisce il progetto Salento, ma se fallisce non fallisce per noi, ma se dovesse fallire perché chiudere la storia, non provarci, non lottare per recuperare quella dignità per Brindisi che è stata completamente tolta dalla Legge 135. Poi l’ultima riflessione e chiudo. Se non si fa la super Provincia, se non si fa l’accorpamento Brindisi-Taranto a due teste, cosa succede? E’ logico che stiamo già con Lecce. Ma stiamo tutti con Lecce già. Se falliscono le due cose, che sono quelle che gradiremmo accadessero, noi stiamo già con Lecce e sembra – da quello che ho sentito oggi da Griffi – che ormai dobbiamo considerarci tutti comuni e cittadini appartenenti alla Provincia di Lecce. Certo, ogni giorno le cose cambiano perché poi c’è la Regione, poi ci sarà il Parlamento, ci saranno gli emendamenti, però le cose stanno prendendo questa forma. Per cui non facciamo che stare dentro una ipotesi di vera tutela degli interessi che rappresentiamo, non facciamo niente di strano e non stiamo assolutamente politicizzando nessun aspetto di questo importante provvedimento.
PRESIDENTE
Grazie al Sindaco. Prego, Consigliere Mazza.
Consigliere MAZZA
Un saluto a tutti. Vorrei fare innanzitutto una precisazione sull’intervento del Sindaco, che poi riguarda la parte conclusiva della proposta di deliberazione, dove parla delle preclusioni all’accesso ai finanziamenti comunitari che sembrerebbe riguardare l’intera area della Provincia o delle Province costituende. In realtà non è così, perché l’interesse è solo del Comune capoluogo. Cioè la questione è che i fondi comunitari prevedono delle linee di intervento specifico per le città capoluogo, per cui Brindisi perderebbe la possibilità di accedere ai finanziamenti, mentre noi come territorio della zona Obiettivo 1 ancora per pochissimo non avremmo alcuna preclusione. Quindi diciamo questo ultimo periodo se così formulato andrebbe bene nella deliberazione del Comune di Brindisi, non è precisa se la inseriamo nella deliberazione del Comune di Oria. Un’altra precisazione, e poi passo all’esame della questione, riguarda l’intervento del Ministro Patroni Griffi che, dice bene il Sindaco, ha riferito, ma non è un semplice riferire agli organi di stampa o altri interlocutori governativi o di natura politica, ha relazionato nella Commissione Affari Costituzionali, non ho colto bene se fosse della Camera o del Senato, e quindi a specifica domanda sulla possibilità della sussistenza di due capoluoghi. Noi dovremmo prendere in seria considerazione questa dichiarazione proprio per i motivi che diceva il Sindaco, che questo è un Governo tecnico che va avanti come un treno e dobbiamo considerare che questa ipotesi del doppio capoluogo non esiste. Si è creata perché la legge dice semplicemente “il Comune capoluogo è quello già capoluogo avente il numero di popolazione superiore, maggiore, salvo diversi accordi tra le città già capoluogo”. Questo dice che uno dovrebbe rinunciare in favore dell’altra, questa è l’interpretazione alla luce delle dichiarazioni del Ministro che si dovrebbe dare. Comunque, fatta questa premessa, volevo dire che io devo ringraziare il Sindaco perché comunque ci ha convocati a noi della opposizione, ma in realtà però avremmo voluto che ci fosse un coinvolgimento più anticipato rispetto al giorno prima del Consiglio Comunale, perché avremmo voluto magari aprire un tavolo in cui senza partire da una posizione già assunta, perché il Sindaco ci ha illustrato questa proposta di deliberazione con tute le ragioni in maniera molto pacata, cordiale, con delle motivazioni valide, però noi avremmo voluto che partendo da zero ci fosse stato un confronto quanto più aperto anche all’esterno alla cittadinanza, anche se la cittadinanza non sembra particolarmente interessata. Però dobbiamo dire che oggi anche se non c’è nessuno, abbiamo l’onere di assumere una decisione a cui io dò una importanza superiore rispetto a quella di deliberazione per una serie di circostanze che si sono verificate nei giorni scorsi. Ho seguito attentamente giorno per giorno l’evoluzione della questione e guardando i Comuni che hanno già deliberato, risulta che il Comune di Oria, che la decisione che deve assumere oggi il Comune di Oria nel deliberare diventa decisiva per tutta una serie di Comuni che fanno parte della fascia più occidentale, mi riferisco ai Comuni di Francavilla Fontana, Carovigno, San Vito dei Normanni e San Michele, che hanno deliberato in favore della Provincia di Lecce e che vedrebbero preclusa la possibilità di aderire al territorio leccese se non c’è il principio della continuità territoriale, però Oria potrebbe garantire. Questo non lo dico che dobbiamo fare il favore ad altri Comuni, ma per sottolineare come la nostra deliberazione che andiamo ad adottare ha una importanza più strategica di quello che può sembrare. Io devo dire che la proposta di deliberazione, al di là della osservazione che ho fatto sulla parte finale, mi sembra debole. Noi siamo chiamati ad assumere a deliberare delle decisioni in rapporto a quelle che sono le nostre possibilità operative e non confidando su quello che deve verificarsi per l’intervento di altri soggetti, quali possono essere gli altri Enti Locali, le Regioni o il Governo. Noi sappiamo benissimo che il territorio della super Provincia, come viene definito nella deliberazione, la nascita della super Provincia non si verificherà mai a meno che non venga imposta, ma credo che per come è scritto il decreto neanche il Governo lo può imporre, perché ad oggi la Provincia di Lecce è salva perché rispetta i requisiti previsti dalla legge per mantenere una propria autonomia. Il Presidente della Provincia in diversi interventi televisivi e sui giornali – della Provincia di Lecce – e il Sindaco del Comune di Lecce hanno sottolineato in maniera decisa che non sono interessati al discorso di creare la Provincia del grande Salento per un motivo semplice, perché andrebbero incontro alla sicura perdita dello status di capoluogo della città di Lecce in favore della città di Taranto, perché la legge dice che soccomberebbe Brindisi, con Brindisi-Taranto, ma soccomberebbe anche Lecce nell’ipotesi di Lecce-Brindisi-Taranto. Hanno disertato anche quei tavoli di concertazione e probabilmente – signor Sindaco – credo che diserteranno anche quello che lei ha convocato per martedì, e hanno detto chiaramente alla presenza dall’Assessore Regionale “noi a questo discorso non siamo interessati, per cui non parteciperemo”, per cui non partecipando il Comune di Lecce, nessuno, neanche il Governo potrà imporre al Comune di Lecce di far parte di una Provincia che è più ampia quale quella che noi auspichiamo nel nostro documento. Quindi, per predisporre una proposta di deliberazione con una richiesta di un deliberato principale e uno subordinato a loro volta ognuno di questo subordinato al verificarsi di certe condizioni, a mio avviso dà all’esterno l’idea di una assise comunale non decisa verso una posizione netta da assumere. Nella prima parte della deliberazione andiamo a rivendicare il ruolo che il Comune di Oria svolge all’interno del Salento per motivi turistici e per motivi di identità. Nella seconda parte, quella subordinata, cioè se non si fa la super Provincia allora facciamo prevalere i concetti dell’utilità che sarebbero quelli di mantenere il capoluogo a Brindisi. Qui dobbiamo graduare queste nostre motivazioni perché secondo me e anche per come sono ordinate nella deliberazione, c’è un discorso di turismo, di storia, di identità che deve essere salvaguardato o in subordine c’è l’utilità, cioè noi diciamo “se non si può fare la super Provincia, lasciamo perdere questo discorso di identità, di turismo, ce lo dimentichiamo e facciamo parte di Taranto e Brindisi solo se Brindisi è capoluogo” quando, oltretutto, noi stiamo equidistanti perché noi dobbiamo assumere decisioni oggi come rappresentanti della popolazione di Oria, non dobbiamo pensare ad altro. Sbaglia chi dice che in questi casi non bisogna essere campanilisti perché siamo rappresentanti del territorio e dobbiamo esprimere la volontà del nostro territorio e fare l’interesse del nostro territorio. Quando c’è da raccogliere finanziamenti che devono realizzare importanti opere a livello generale lì non bisogna essere campanilisti, ma in questo caso è proprio il classico esempio in cui c’è proprio una modifica da portare avanti, dobbiamo difendere il nostro territorio, la nostra identità. Sui princìpi delle identità territoriali si sono fatte le guerre, sono morte le persone. Come facciamo a dire oggi “noi facciamo parte del Salento, ci sentiamo salentini”, lo diciamo nella prima parte della deliberazione, per poi dire un attimo “ma se non si può fare ce ne andiamo a Taranto”? Ma è assurdo! Che impressione diamo alla Regione che ha detto che se non ci saranno delle posizioni concordi dei vari Comuni sul territorio manderemo così come sono le delibere dei Comuni al Governo. Il Governo quando leggerà le delibere di questo tipo che atteggiamento assumerà? Potrà assumere qualsiasi atteggiamento. Il Sindaco dà per scontato che la soluzione finale sarà che se non si può fare la prima, la seconda, ci mettono a Lecce. Io sono convinto che ci ritroveremo con la Provincia di Taranto, con Taranto capoluogo, che a noi di Oria potrebbe andare bene dal punto di vista dell’utilità, ma a me, a noi e alla maggior parte dei cittadini oritani – anche in base ai sondaggi lanciati dal Sindaco su Facebook – non sono interessati a questa soluzione. Se ci sentiamo di appartenere ad un altro territorio o se diciamo che Oria è la porta del Salento non la possiamo chiudere questa porta al Salento e aprirla alla terra ionica. Ci sono dei controsensi in questa deliberazione ed in quello che oggi andremo a decidere che possono essere decisivi non soltanto per noi, ma per un’ampia fascia del territorio. Oggi ci troviamo con un Comune di Taranto che sembra essere la Provincia di Taranto, sembrerebbe che le posizioni sono diverse, in realtà davanti alle leggi sono uguali, Brindisi e Taranto hanno perso la loro Provincia, la propria identità politica, però i tarantini fanno passare i giorni e ne sono rimasti pochi, se togliamo i festivi, perché tanto di domenica sfido qualsiasi politico a riunirsi, ci saranno 3 o 4 giorni, non di più. Taranto è più forte, manda avanti il Sindaco a dire al Presidente della Provincia Ferrarese e al Sindaco di Brindisi che lui è disponibile, noi lo sappiamo bene, il Sindaco lo sa meglio di me perché è più esperto di politica rispetto a me, che il Sindaco da solo non può rappresentare la volontà di un territorio se non ha mandato del Consiglio Comunale. A Taranto hanno deciso che aspetteranno l’ultimo momento per dire al Sindaco di Taranto che Taranto non concederebbe alcun privilegio alla città di Brindisi. Statene sicuri perché io ho seguito il Consiglio Provinciale di Taranto e tranne l’Assessore Regionale Pelillo, tutti gli altri erano in questa direzione di dire “a noi non ce ne frega niente che Brindisi possa essere capoluogo, non cene frega niente”, allora noi ci troveremo, se non prendiamo una decisione forte, a dire che non solo Oria, ma Torre, Latiano, addirittura alcuni Comuni tarantini che vogliono andare verso Lecce, chiedetevi perché, Maruggio, Fragagnano e Avetrana hanno deciso di passare a Lecce, hanno la porta chiusa da noi. Avetrana no perché confina con Lecce. Allora una decisione di adesione alla Provincia di Lecce possa essere molto strategica anche per indurre i nostri colleghi amministratori tarantini a livello provinciale e comunale a vedere la questione nella giusta dimensione perché loro adesso vedono la questione dall’alto della popolazione che è molto più che doppia. Immaginatevi voi, e ribadisco il concetto già espresso, se Lecce si va a ficcare in questa baraonda quando è salvo e tranquillo di non avere nessun problema perché nessuno potrà creare problemi,, salvo modifiche di un decreto che pare blindato. Io credo che noi ci troveremo con una decisione di questo tipo in una Provincia di Taranto e Brindisi che più che di turismo sarà indicata in tutta Italia come la Provincia dell’inquinamento e dei tumori. Noi abbiamo due grossi poli industriali, ci troveremo noi comuni delle province, tranne quelli che stanno aderendo a Lecce o magari qualcuno come Fasano alla città metropolitana di Bari, quindi saremo ridimensionati rispetto al tarantino, noi con una popolazione che sarà adesso di 400 mila abitanti, diventerà – se togli Fasano e qualche altra cosa – di 300 mila e anche meno, ci andiamo a misurare con una popolazione di 800 mila. Ci troveremo in una Provincia Taranto-Brindisi dove fare turismo sarà impossibile perché io credo che un turista sentendo soltanto nominare Taranto, Ilva, Brindisi, centrale a carbone, inquinamento, eccetera, credo che preferirà andare a Lecce che viene indicata come eccellenza del turismo. Dobbiamo prendere una decisione forte, consapevoli che non decidiamo nulla ma consapevoli che la nostra decisione del Comune di Oria è più forte di quella adottata da altri Comuni perché dobbiamo orientarci verso la Provincia di Lecce. Anche la seconda possibilità sarà irrealizzabile, al di là delle osservazioni che abbiamo fatto. Questo significa che non abbiamo le idee chiare, cerchiamo di capire dove andiamo a ficcarci perché non è assolutamente… anche se scrivessimo in terza ipotesi, chiediamo – se non va bene la prima e la seconda – di essere ammessi al territorio di Lecce sarebbe una richiesta debole, perché la leggerebbero in questo modo: valori identitari super Province, non si può fare, allora cancelliamo i valori identitari e andiamo verso l’utilità, poi non si può fare e torniamo ai valori identitari. Ma che valore diamo a questi valori di appartenenza al territorio? Nulli. Andiamo diretti su questa strada, prendiamo decisioni con il cuore, anche a rischio di qualche sacrificio. Oltretutto devo dirvi che io sinceramente ho sempre visto bene l’idea di unire i territori delle tre province in un unico organismo politico ma non come Provincia, io lo vedrei come Regione perché dobbiamo guardare alla Provincia non come oggi che non ha molte funzioni, non svolge funzioni importanti se non in ambientale, di edilizia, scolastica, di viabilità. Molte di queste funzioni verranno tolte alle Province, immaginate poi un capoluogo Taranto ma anche Lecce che debba governare un territorio così ampio per quanto riguarda il discorso della viabilità stradale. Vi sembra possibile che tra una città importante ed un’altra ci siano 90, 100 chilometri? Allora, noi ci troviamo a metà, siamo troppo distanti da Lecce ma ci troviamo tra le bisettrici di collegamento sia per Taranto e Brindisi che anche rispetto a Lecce, prendiamo una decisione da oritani, sentiamo non soltanto quello che dice il cuore ma i ragionamenti e le sensazioni della stragrande maggioranza dei nostri concittadini e prendiamo una decisione netta, se no la pagheremo. Grazie.
PRESIDENTE
Ci sono altri interventi? Prego, Consigliere Carone.
Consigliere CARONE
Grazie, signor Presidente. La decisione che questa sera prenderemo è una decisione che sicuramente riguarda il futuro della città e riguarda il futuro delle relazioni sociali ed economiche che questa città avrà, che il territorio di questa città avrà con i livelli istituzionali più alti e quindi indubbiamente la decisione è per certi versi storica, così come storico perché accompagnato da una pratica quasi centenaria fu il riordino delle Province che diede vita alla Provincia di Brindisi che nacque dalla disaggregazione del territorio dell’allora Provincia di Terra d’Otranto. Ora, noi in questi anni, in questo secolo di storia abbiamo comunque acquistato una individualità storica, sociale, economica, parlo di territorio provinciale, nell’ambito del territorio provinciale si sono svolte dinamiche e rapporti sociali economici tra centro e periferia, tra territorio della provincia e territorio della città, tra realtà brindisina e realtà provinciale, non sempre in modo virtuoso, ma – insomma – comunque sia questo secolo di storia ha dato identità che oggi questa identità sembra ci sia strappata con un atto di forza, con una capacità decisionale che forse le forze politiche – così come le abbiamo intese sino ad oggi e come le vediamo oggi arrabattarsi e aggrapparsi alle loro posizioni acquisite – forse non sarebbe stato, anzi, non sarebbe stato sicuramente capace di assumerle tant’è che il dibattito sulla Provincia di Brindisi sì, Provincia di Brindisi no, di Lecce sì, di Lecce no, di Taranto sì, di Taranto no, di grande Salento sì, di grande Salento no, si è attorcigliato su delle logiche politiche di parte invece che rimanere attenta ai bisogni del territorio, tant’è che assistiamo quasi ad una canina vera e propria lì dove esponenti politici di primo piano che avrebbero dovuto fare una legge in Parlamento, oggi criticano la legge suggerendo soluzioni che ormai è troppo tardi per varare e sostenere. Di fronte ad un silenzio che noi abbiamo registrato nell’aula, oggi assistiamo ad una grande bagarre, perché la questione non è la salvaguardia del territorio, la storia dei territori, il futuro dei territori, la questione riguarda il futuro della propria forza politica, se non del proprio futuro politico. La qualcosa è leggermente diversa da quello di cui siamo chiamati a discutere con un esempio che dovrebbe venire, quindi dobbiamo cercare di essere capaci noi di verificare che vi siano rispondenze di tutele del territorio, di salvaguardia del futuro sociale, economico di questa comunità, però non lo dobbiamo fare nel quadro dell’ipotetica ambizione di essere qualcosa e per questo vorrei subito dire che la proposta oggi offerta dai gruppi della minoranza mi sembri che fondi non sul presupposto debole ma sul presupposto assolutamente inesistente e irrealizzabile che parte dalla permanenza della Provincia di Brindisi. La qualcosa è impossibile per la legge. Stiamo dicendo che siamo affezionati alla Provincia di Brindisi e che la vorremmo mantenere ma nel quadro legislativo approvato è impossibile, noi stiamo parlando del nulla. E’ stato approvata una legge di conversione, è stata emanata una delibera del Consiglio dei Ministri che è stata impugnata innanzi al TAR, il quale TAR Lazio ha sospeso il giudizio in attesa, ma noi il nostro parere lo dobbiamo dare in questo quadro normativo perché se a seguito della decisione dei Consigli Comunali, del quadro complessivo messo insieme dalle Regioni, il Parlamento dovesse modificare la delibera, è chiaro che il Governo e il Parlamento non deciderebbero più su quello che è stato deciso oggi dai tagli delle autonomie locali ma è chiaro che variando i requisiti si dovrebbe tornare indietro. Quindi dovremmo fermarci? No, dobbiamo adottare una decisione, dobbiamo pensare al futuro della comunità sulla base di questo quadro normativo. Poi se dovesse cambiare, è chiaro che cambiando il quadro normativo si dovrebbe ritornare sui territori perché cambierebbero i requisiti, le estensioni territoriali, i requisiti di popolazione, non si potrebbe più adottare quei provvedimenti dettati da un provvedimento esistente, si dovrebbe tornare sui territori e dovremmo tornare a discutere sulla base di presupposti diversi. Oggi dobbiamo parlare e decidere sulla base di presupposti precisi oltre al fatto che è difficile anche che questi presupposti possano cambiare, ma in ogni caso su questi ci dobbiamo allineare senza riserve, senza velleità e senza sentimentalismi. Scusatemi, lo dico con dispiacere, ma la questione di chiedere al Governo centrale di mantenere l’autonomia della Provincia di Brindisi, scusate, ve lo dico di getto ma non sia offensivo: è una sciocchezza, non è possibile, non è sostenibile, la debolezza sta proprio in questo presupposto, cioè non è realizzabile. Allora, non vogliamo supinamente aderire alla Provincia di Taranto. Chi lo dice? Si è pensato di inquadrare il contesto territoriale in cui andremo a collocarci nella super Provincia, che è fattibile sulla base dell’applicazione normativa, poi che Lecce perda il capoluogo non è una questione che interessa noi, che il Comune capoluogo sarà quello più popoloso e quindi sarebbe Taranto, ma la grande Provincia sarebbe…
Consigliere MAZZA
Non può essere imposto alla Provincia di Lecce che ha tutti i requisiti.
Consigliere CARONE
Se la grande Provincia dovesse essere, noi stiamo nel quadro dell’appartenenza storica e culturale, siamo nel quadro della razionalizzazione volti all’economia, peraltro ritorniamo ad una visione non dissimile ma nella ratio legislativa simile a quella di aver dato le direttive per la restituzione dell’Area Vasta che peraltro non è che abbia ricevuto o abbia avuto perché monca delle rappresentanze politiche ed istituzionali che avrebbe la grande Provincia, si andrebbe nella direzione del fatto di razionalizzare le rappresentanze elettorali laddove questa grande Provincia dovrebbe esprimere in un futuro prossimo anche la rappresentanza politica nazionale che si augura, come dicono le forze politiche, sia diminuita nei suoi rappresentanti istituzionali, nel Parlamento e nel Senato, quindi i riferimenti territoriali sarebbero più ampi di quelli che sono oggi e quindi una grande Provincia che sarebbe disegnata con l’unificazione di Lecce, Brindisi e Taranto avrebbe un’area che potrebbe essere ben rappresentata a livello nazionale. Poi delle preoccupazioni di Lecce a noi non interessano. Però è vera un’altra cosa, che la legge consente comunque, a fronte della sicura permanenza della Provincia di Lecce, anche l’accorpamento delle Province già esistenti e che nella nuova Provincia perderebbe la territorialità politica. Se questo mezzo è consentito dalla legge, perché non dobbiamo sfruttarlo? Perché non possiamo garantirci un ambito territoriale provinciale che abbiamo sperimentato dal punto di vista della tradizione storica, culturale, che non è soltanto quella salentina, della Terra d’Otranto, ma – come ho detto – della coscienza brindisina, cioè della Provincia di Brindisi? Se questo è possibile, sarebbe possibile soltanto ovviamente imponendo la legge l’individuazione del capoluogo più grande soltanto con Taranto, ma noi non parliamo di una mera annessione, noi condizioniamo questa scelta strategica rispetto alla salvaguardia e di una condizione sine qua non sufficiente perché questa decisione possa essere data e possa essere offerta alla Regione e al Governo come decisione di questa città, cioè quella che Brindisi non perda la sua storicità, il suo ruolo di capoluogo ma non nel senso di capoluogo, non consente questo, ma nel senso di garantirsi comunque la presenza sul territorio di servizi che oggi garantisce in quanto Provincia di Brindisi. Scusate, ma forse solo così rimane davvero la Provincia di Brindisi. Cioè, se noi dovessimo contribuire, perché noi non siamo determinati, possiamo contribuire ad un disegno che salvaguardi Brindisi e l’allocazione di servizi fino ad oggi appannaggio della Provincia. Se noi conserviamo la sede secondaria dell’INPS, se noi conserviamo la sede secondaria o la ASL o quant’altro, così noi salviamo la individualità di Brindisi e il territorio che a Brindisi è più vicino, non dicendo “manteniamo la Provincia di Brindisi”, perché la Provincia di Brindisi non la possiamo mantenere, ma una proposta che parli di Taranto capoluogo a condizione che a Brindisi siano garantiti i servizi questa è la funzione possibile e garantisce a Brindisi un ruolo perché garantisce la permanenza di rapporti sociali ed economici e su questo il Ministro Patroni Griffi ha nell’audizione di cui parlava il Consigliere Vitto di ieri ha detto espressamente che “la sede degli uffici periferici dello Stato non dovrà coincidere necessariamente con il Comune capoluogo, ma dovrà allocarsi secondo criteri di efficienza dei servizi dei cittadini”, per cui nulla vieta che alcuni servizi di uffici periferici dello Stato coerentemente alla soddisfazione dei requisiti dell’efficienza dei servizi al cittadino siano lasciati a Brindisi lì dove oggi sono in quanto Provincia. Forse così noi salvaguardiamo il ruolo di Brindisi e del territorio più vicino a Brindisi. Mi permetto, ne abbiamo parlato ieri in una lunghissima telefonata per cui queste sono posizioni… io credo che forse la diversità di appartenenza agli schieramenti politici certe volte ci condiziona nel non trovare la soluzione praticabile, perché se si vuole salvare Brindisi – e in questo modo il ruolo lo si assicura – perché non dobbiamo…? Probabilmente la stessa l’appartenenza ci avrebbe aiutato e invece la diversità di collocazione ci impedisce un risultato che io credo non sia tanto lontano, perché salvaguardare Brindisi lo si può fare soltanto con la Provincia di Taranto garantendo a Brindisi dei servizi, altrimenti diciamo “stiamo con Lecce con la grande Provincia di Lecce”. Oggi che senso ha dire che non accettiamo la mera annessione alla Provincia di Taranto e invece accettiamo la mera annessione a quella di Lecce? Io non accetto la mera annessione a nessuna Provincia, io voglio discutere, io voglio confrontarmi sulla utilità del passaggio ad un’altra Provincia qualunque essa sia. Voglio dire, poi, che la salvaguardia dell’identità storica e comunque la reale inclinazione di questa città al turismo, ad essere porta del Salento, scusate, ma fino ad oggi si è parlato e qualcuno ha ripetuto come se passassimo alla Provincia di Taranto e Brindisi sempre nel presupposto del ruolo di Brindisi come città in cui siano garantiti i servizi, quindi in una concertazione con Taranto, questo significherebbe che Oria non più garantirsi lo sviluppo turistico dell’autonomia turistica o l’affermazione della propria storia, delle proprie radici? Perché sino ad oggi non siamo stati in mezzo a due poli industriali che hanno inquinato l’uno e l’altro mare, l’uno e l’altro capoluogo, l’uno e l’altro territorio? Non ho capito! La politica turistica la possiamo fare se la vogliamo fare, se invece diventiamo città della Provincia Taranto-Brindisi non possiamo più fare niente perché amministrativamente siamo città del territorio di Brindisi e Taranto, mi sembra una cosa… poi la volontà in questa proposta di delibera che possiamo anche definire, io credo che non ci sia una chiusura tout-court al miglioramento e al contributo intorno a questi due cardini, cioè la salvaguardia di Brindisi e degli uffici e dei rapporti sociali ed economici con la città oggi capoluogo, domani non più capoluogo non per nostro capriccio, ma per volontà legislativa, ovvero l’adesione alla Provincia di Lecce. Non può essere ignorato questo dato perché non è un dato ambiguo, è un dato chiaro che vorrei e spero che abbia contributo a delineare meglio. La Regione Puglia deve adottare un provvedimento – perché chiamata ad adottare una ipotesi di riordino – sulla base delle determinazioni del Consiglio Comunale e dei Consigli Comunali, perché io vorrei vedere dove va Taranto se rimane sola a sponsorizzare una Provincia con Taranto e Brindisi, ma con Taranto che non concede uno spillo…
Interviene il Consigliere Vitto fuori microfono.
Consigliere CARONE
Perché non fanno parte della Provincia di Brindisi, perché noi se volessimo bene alla Provincia di Brindisi, diremmo a Taranto: “Facciamo Taranto e Brindisi a patto e condizione che Brindisi continua a recitare qualche ruolo di centralità rispetto al territorio”. Non è vero che non è possibile! Lo dice lei che non è possibile, perché la legge consente e il Ministro patroni Griffi, forse era distratto dottor Vitto, ha detto che è possibile la decentralizzazione, le collocazioni degli uffici periferici dello Stato a Brindisi, nel caso che ci occupa. Quindi, perché non è possibile? Vado alla conclusione. Taranto deve stare attenta perché se arriva per ultima, se arriva a non concedere, non avrà i requisiti e quindi non la faranno Provincia, perché Taranto come Brindisi non ha i requisiti. La Regione Puglia deve – e speriamo lo faccia – improntare nella redazione dell’ipotesi di riordino la sua azione all’orientamento del territorio e questo l’Assessore Dentamaro l’ha detto. Non è che la Regione Puglia… non passi l’idea che con questo deliberato la Regione Puglia ci dà Taranto così, intanto il deliberato non dice, ma non lo potrebbe neppure fare perché l’Assessore Dentamaro ha detto che è indispensabile e urgente acquisire le proposte e le indicazioni per poi disporre una ipotesi che sia la più inerente possibile ai bisogni e alle aspettative. Nella delibera nostra non c’è l’aspettativa di andarcene nelle braccia di Taranto e basta, tout-court. Scusatemi, io non sono d’accordo in quello che trovo nella delibera proposta dalla minoranza quando dice “non dobbiamo andare nelle braccia di Taranto, preferiamo andare nelle braccia di Lecce”, per essere annessi alla città di Lecce per non so quali interessi, forse politici, forse elettorali, forse di qualcosa e forse di qualcuno. Allora io a questo non ci sto! Poi l’Assessore Dentamaro ha ripetuto e cito fonti ufficiali della Regione Puglia che “è importante assumere una decisione come Consiglio Regionale – quindi il Consiglio Regionale dovrebbe provvedere all’ipotesi di riordino – perché in questo modo si evita la possibilità che il Governo romano, dopo la scadenza del 24 ottobre – decida per suo conto e di fatto imponga conclusioni calate dall’alto che possono non coincidere con le aspirazioni del territorio”. Quindi questa è la garanzia di una azione, di questo Consiglio sulla base di questo deliberato che può essere emendato e offerto al contributo costruttivo della minoranza, ma che sia requisito insieme agli atti per avere una soluzione ed una ipotesi che tenga presente questo come gli altri e che quindi garantisca le esigenze e le aspirazioni del territorio. Non si può dire che questa cosa ci consegnerà nelle mani di Taranto perché non sta scritto da nessuna parte, sono congetture, sono opinioni che però contrastano con una idea precisa. Non ci sono debolezze se non la debolezza insita in questa vicenda che stiamo vivendo, cioè di una soluzione che è stata nei requisiti generali calata dall’alto perché non so perché oggi dopo che si è parlato di requisiti e quant’altro qualcuno è riuscito a modificare i servizi della Provincia di Lecce. Per esempio chi non è riuscito allora a modificare in favore della Provincia di Taranto o Brindisi oggi dice che qualcun altro sta facendo propaganda. Le cose non stanno così perché ci saremmo aspettati che questa alzata di scudi e queste grida di insoddisfazione fatte a nome del territorio, ma forse un po’ assumendo il ruolo di rappresentanti che ormai la cui titolarità farà parlare seriamente, comunque tutto questo gran da fare si fosse speso nelle sedi parlamentari e non oggi a tre giorni dal primo scadere del termine fissato dalla legge.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Pinto.
Consigliere PINTO
Mi auguro che si riesca a trovare una soluzione. Giustamente, come veniva detto precedentemente dagli altri Consiglieri, è necessario che da questo Consiglio Comunale stasera esca una delibera io mi auguro all’unanimità perché solo così possiamo essere forti e quindi dimostrare che questo Consiglio Comunale è determinato nelle scelte che andrà a fare. Chiaramente qui sono state presentate nel corso del dibattito ipotesi a quella che il Sindaco ha presentato prima. Abbiamo la proposta del Consigliere Vitto che proponeva di esprimere al Governo con forza il mantenimento della sola Provincia di Brindisi come capoluogo Brindisi o in subordine essere accorpati alla Provincia di Lecce, ma credo che la legge sia chiara, quindi non potendo pretendere che Brindisi rimanga capoluogo di provincia perché ormai le province sono state abolite e lo spirito brindisino che comunque rimane e che comunque ritengo dobbiamo cercare di farlo valere. Ma dobbiamo ricordare in questa circostanza che purtroppo, forse per la poca rappresentanza che abbiamo come territorio brindisino all’interno del Parlamento, i nostri parlamentari non è che abbiamo visto grosse movimentazioni per informare il proprio territorio che cosa stava accadendo. Forse ci siamo resi conto che in giro è stato detto “aboliamo le Province” ed è soltanto indicativo come istituzione Provincia, ma invece non facendo capire alla popolazione che dietro la Provincia c’erano tutte quelle altre istituzioni provinciali che insistono sul territorio e che il cittadino andrà a perdere perché chiaramente noi un domani quando avremo l’accorpamento non so cosa andrà a decidere il Governo a Brindisi o a Taranto, i cittadini si troveranno a spostarsi verso Brindisi e verso Brindisi se avremo delle sedi, oppure verso il capoluogo tarantino o leccese per fare pratiche importanti. Comunque dicevo che sulla proposta che lei ha fatto e anche il Consigliere Mazza di dare la nostra adesione verso Lecce, che poi sarebbe debole il discorso del subordine verso Taranto. Noi dobbiamo capire una cosa, che Lecce non ha nessun interesse ad avere accorpati a sé altri Comuni, Lecce ci può dire con molta chiarezza “se volete venite, altrimenti io sono comunque salva”. Quindi la preoccupazione qual è? Di non essere smembrato tutto il potere brindisino perché questo accadendo. Stiamo verificando che su tutti e 24 i Comuni che abbiamo nella provincia di Brindisi ogni Comune sta andando per fatti suoi, ognuno sta deliberando secondo quelle che sono le proprie intuizioni, ascoltando i propri cittadini e decidendo se aderire alla Provincia di Lecce o alla Provincia di Taranto. Chiaramente noi questa sera siamo chiamati a prendere una decisione forte, quindi fare una valutazione seria ed importante, che cosa vogliamo fare. Noi preferiamo che ci sia una Provincia forte perché una Provincia forte può farsi successivamente valere in quelle che sono le sedi istituzionali. Però lo scegliamo nella difficoltà che proprio oggi vedevo che molti Comuni della stessa Provincia di Brindisi vogliono scappare chi a Lecce e chi a Taranto, quindi anche noi stasera siamo chiamati a decidere che cosa vogliamo fare. Noi abbiamo semplicemente una scelta, perché non credo ai due capoluoghi. Sinceramente Patroni Griffi ha parlato con molta chiarezza, non ci saranno due capoluoghi, il capoluogo è uno, quello con maggiore numero di abitanti. L’unica cosa che possiamo avere nel momento in cui avremo l’accorpamento con un’altra città, per esempio Brindisi-Taranto, la suddivisione delle sedi provinciali dei servizi che si andranno ad offrire al cittadino: una Prefettura a Taranto, una Questura a Brindisi, l’INPS Provinciale a Taranto e l’Agenzia a Brindisi, cioè sarà solo una suddivisione di servizi che potremo avere, ma credo – da quelle che sono le indicazioni – mai potremo avere due capoluoghi, tant’è che oggi ascoltando la televisione è stato pure smentito dall’Onorevole Vitali che diceva “può anche darsi il Governo possa rivedere il decreto”. E’ stato smentito ed è stato detto “non se ne parla proprio, ormai è stato deciso che le Province sono abolite”, sono state abolite 34 Province, il resto deve essere tutto accorpato lasciando libertà alle istituzioni di trovare il modo migliore per venirne fuori, perché alla fine comunque deciderà il Governo. Allora, secondo il mio parere cosa dovremmo fare? Fare una valutazione seria perché giustamente il dottor Vitto quando ha letto nelle premesse ha riportato tutto il discorso storico della Provincia di Brindisi che è abbastanza importante e da tenere presente. Noi in tutti questi anni abbiamo lavorato per lo sviluppo turistico, anche se sappiamo Brindisi è prettamente industriale perché abbiamo l’Enel, abbiamo l’ex Montedison e c’è tutto il polo energetico e il polo chimico, però nello stesso tempo Brindisi è importante per l’Aeroporto perché bisogna dire con molta franchezza che tanto ha fatto la Provincia di Brindisi per rilanciare l’Aeroporto, prima venivano pochissimi arerei ora siamo arrivati a tanta gente che viene nel Salento. Quindi non tutto sembra facile, pure io sono in difficoltà per vedere quali possono essere le possibilità migliori affinché questo territorio e noi che siamo deputati come Consiglieri Comunali a decidere per la nostra città per vedere quali sono le sostanze, gli aiuti che questo territorio può avere sempre per favorire i servizi ai nostri cittadini. Quindi non so se la super Provincia, come viene auspicata, possa essere uno status importante per questa città, come pure l’accorpamento a Taranto per quanto riguarda lo sviluppo turistico. Ho letto alcuni dati, il Museo Archeologico di Taranto che è importante a livello regionale c’è un calo di visitatori, questo è gravissimo, lo sviluppo turistico verso lo Ionio non è sviluppato come nel leccese, ormai Lecce è conosciuta in tutta Italia per il suo Barocco. Quindi ritengo che stasera con molta serenità e tranquillità, mettendo da parte le fazioni perché se andiamo a seguire gli indirizzi politici dati dai nostri partiti di appartenenza non ci ritroviamo, ma vorremmo arrivare ad una soluzione condivisa, forte per poter portare nei confronti di coloro che saranno i nostri interlocutori una posizione molto forte. Chiaramente per quanto mi riguarda sono per avere questa super Provincia perché è importante avere una super Provincia dove tre realtà importanti si fondano e anche a livello nazionale per quelli che potranno essere gli sviluppi con le prossime elezioni politiche che andremo a fare il prossimo anno potremmo avere una buona pattuglia di parlamentari che finalmente possano difendere questo territorio, cosa che non è avvenuto in questo frangente quando hanno abolito le Province. Se questo non potrà avvenire, perché come è stato detto ci sarà non dico la resistenza di Lecce ma nel senso che Lecce non se ne importerà più di tanto “se volete venire, venite, tanto io sono salva, il mio capoluogo è salvo quindi tutta la mia provincia”, quindi sarà a noi se si arriverà ad accorparci alla Provincia di Lecce far valere quelle che sono le nostre giuste aspirazioni. In questa sede noi siamo chiamati a dire se non si verificherà la super Provincia Brindisi-Lecce-Taranto cosa possiamo fare? Non possiamo dire “non vogliamo fare nulla” o diciamo ad altri “decidete voi per noi”, credo che un input dovremmo darlo. Quindi che cosa possiamo dire? Ci rimane la Provincia di Taranto e Brindisi, sono due Province che sono state abolite e quindi l’unica soluzione sarebbe accorpare queste due Province e cercare insieme di avere una sinergia forte per poter contare a livello regionale ed a livello nazionale. Quindi credo che dovremmo tutti quanti noi orientarci verso quella proposta di delibera che ha proposto il Sindaco perché credo che altre soluzioni non ne abbiamo. Speriamo che il ricorso che ha fatto il Presidente della Provincia Ferrarese al TAR possa avere successo, ma ascoltando quelle che sono le indicazioni che mi sono sembrate molto chiare, poi come diceva il Sindaco, secondo me non sono coloro che vivono la realtà con i cittadini, sono a contatto e ascoltano le aspettative della gente. i tecnici sono coloro che stanno dietro le scrivanie, per loro due più due fa quattro e rimane quattro. Il Governo che sappiamo, Monti è stato chiamato a mettere in ordine i conti in Italia, quindi sopprimere e risparmiare il più possibile. Questa è la politica con cui ci dobbiamo confrontare. Io ritengo che vada approvata la proposta e mi auguro che anche l’opposizione approvi il documento che è stato proposto dal Sindaco che non vuole essere documento di parte ma un documento condiviso da parte di tutto il Consiglio Comunale. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie al Consigliere Pinto. Prego, Consigliere Mazza.
Consigliere MAZZA
Il Consigliere Vitto è stato chiaro, io sono stato più diretto nella mia proposta. Voglio precisare che nel momento in cui la nostra delibera sarà letta alla Regione o a Roma, nessuno potrà garantire la dislocazione degli uffici periferici di Enti come l’INPS o delle Forze Armate o delle Forze dell’Ordine, nessuno in quel momento potrà, tanto è vero che Patroni Griffi nel momento in cui parla di efficacia ed efficienza, dice: “facciamo gli accorpamenti e poi ci penseremo in base al principio di efficacia ed efficienza”, ma questo principio di dislocazione su base periferica in una città come Brindisi che ha 100 mila abitanti avverrebbe anche se ci fosse l’adesione a Lecce, non vale soltanto per Taranto, cioè non è una negoziazione. I Sindaci oggi non sono in grado, il Sindaco Stefàno e il Sindaco Consales, di determinare le scelte di Enti, di Ministeri, ma possono tutt’al più fare una richiesta. Gli uffici – diceva Tommaso – la cosa più importante è quella a livello pratico, mettendo da parte il discorso di appartenenza. Io la condivido perché io vado per uffici, come ci vai tu, però nessuno ti potrà garantire in quella data perché quelli dipendono dal Ministero della Difesa, degli Interni, altrimenti l’Italia andrebbe a rotoli se pensassimo che noi dobbiamo andare a Lecce, a Taranto. Ma non noi, immaginate il brindisino che deve andare a Taranto, a fare 90 chilometri per andare all’INPS. E’ assurdo!
Consigliere CARONE
Soprattutto i deliberati di Brindisi e Taranto andassero in questa direzione è chiaro che il riordino mica nella legge Severino dice “Taranto e Brindisi con l’INPS a Taranto”, non è questo, ma si adotta un criterio dell’ambizione territoriale espressa nei consessi predisposti dalla legge e la Regione e il Governo dovrebbero prendere atto che i Consigli Comunali e poi Taranto e Brindisi soprattutto hanno detto “attenzione, noi possiamo fare la Provincia di Taranto e Brindisi garantendo a Brindisi la presenza di uffici e la dislocazione di uffici”, che non è il Comune capoluogo come previsto dalla legge ma è quella che ci consentirebbe di tenere legato il territorio ad una città, così come è avvenuto fino ad oggi. I princìpi di ripartizione territoriale degli altri uffici, come per esempio le Forze dell’ordine, non sono legati al territorio. Cioè il Comando Provinciale va bene, o per esempio le ASL mica sono su base territoriale, sono su base provinciale ma poi sono ripartite ulteriormente, per cui è chiaro che non potrebbe esserci l’ASL Taranto o la ASL di Lecce che governa tutto il territorio di una super Provincia. Questo è scontato, diciamo.
PRESIDENTE
Grazie ai Consiglieri per gli interventi. Ci sono altri interventi? La parola al Sindaco.
SINDACO
Brevissimamente per dire che su questo argomento così delicato e complesso abbiamo risposto con un grande dibattito, con delle riflessioni di qualità che apprezziamo per lo sforzo che è stato fatto da ogni Consigliere Comunale per dare il proprio contributo per una decisione che sia la più opportuna e saggia che questo momento richiede. Voglio solo in due minuti precisare alcune cose. L’ho già fatto ma voglio chiudere così e lo faccio perché come gli altri desidererei che su questo ordine del giorno, su questa delibera votassimo all’unanimità, sarebbe una bella risposta e una bella dimostrazione che quando si fa politica vera, svincolata da interessi di partiti, eccetera, veramente possiamo esprimere il meglio di noi e dare un contributo vero nel rappresentare gli interessi della comunità. Io dico questo: noi una proposta ce l’abbiamo, noi abbiamo la proposta. Quando si parla di prima opzione, seconda opzione, terza opzione, noi la proposta ce l’abbiamo ed è chiara, ferma. Non è che stiamo navigando così o ci aggrappiamo a cose che non esistono, la proposta ce l’abbiamo. La proposta del Comune di Oria è quella di lavorare – e non vedo perché non dovremmo farlo, non capisco perché non dovremmo farlo – noi abbiamo il dovere in questa circostanza di provarle tutte perché il Governo deciderà comunque, se non ha già deciso, non ci illudiamo, però noi abbiamo il dovere di farlo e nessuno può toglierci la possibilità di dire la nostra e di dire quello che noi desidereremmo avere. Allora, la proposta ce l’abbiamo, che è quella di chiedere che si formi, che si crei la super Provincia Lecce, Brindisi e Taranto e se questo non avvenisse ci giochiamo anche la creazione della Regione Salento che sappiamo quanto essere importante per uscire dalle penalizzazioni continue del baricentrismo, perché non ce la facciamo più. A Brindisi, Lecce arrivano le briciole, vuoi nel turismo, vuoi nelle infrastrutture, vuoi nei servizi arrivano le briciole, siamo Province di serie B rispetto alla Puglia Nord e noi abbiamo bisogno di uscire subito dal baricentrismo e quindi non lavorare seriamente – come stiamo facendo e come vorremmo che gli altri facessero – per l’attivazione della super Provincia significa spaccare definitivamente il prodotto Salento e il territorio Salento che faticosamente in questi anni si è recuperato attraverso promozioni, eccetera, perché creeremmo la Valle D’Itria e creeremmo il Salento da una parte e la Valle D’Itria, ci sarebbe una spaccatura. Quello che fino ad oggi ha unito rischia di diventare ciò che disunisce. Ci separa definitivamente. Quindi attenzione a sottovalutare la proposta che noi stiamo portando avanti riguardo alla creazione della super Provincia, perché solo così creeremmo le condizioni per poi veramente ragionare e lavorare sulla creazione della Regione Salento. L’altra riflessione, e finisco, nella mia introduzione ho detto: guardate, qua non dobbiamo guardare solo l’operazione di ingegneristica istituzionale, metti qua, sposta qua, quel Comune va lì, quel Comune va là, senza capire le ragioni, perché molti Sindaci, molti Consigli Comunali stanno furbescamente marciando la volontà popolare presa dall’onda “tutti con Lecce perché a Lecce la sera andiamo a ballare, perché a Lecce ci andiamo a prendere la Coca Cola, perché a Lecce i giovani vanno in piazza la sera. Allora tutti con Lecce”, però sottovalutando l’importanza del momento delicato che stiamo attraversando. Allora, dicevo, il problema non è di natura ingegneristica: “piace questo, spostiamo là”. Il problema è questo riordino delle Province ci porta, ci piaccia o no, a riorganizzare e ridisignare i territori con i servizi. La domanda è: i bisogni che quei territorio devono vivere e come organizziamo le risposte in questa nuova mappa che viene avanti. Le risposte ai bisogni che i cittadini esprimono e l’altra cosa, nessuno ha pensato agli effetti occupazionali se Brindisi, oggi Provincia, con tutto quello che c’è dentro, diventasse il 163º Comune della Provincia di Lecce. E allora perché io sono molto in linea con l’avvocato Carone, non perché fa parte della maggioranza ma perché ha fatto veramente delle riflessioni puntuali e profonde e condivido tutte le riflessioni del dottor Vitto, del Consigliere Mazza, perché poi qua nessuno ha la ragione o la verità in tasca. La materia è complessa, stanno perdendo la testa a livello regionale, non stanno capendo niente, a livello provinciale non riescono nemmeno a comunicare, a Roma prima dicono che è possibile i due capoluoghi, la Provincia a due teste ma che non diventerebbe mai Provincia se teniamo conto del fatto che i requisiti per essere Provincia bisogna averli all’atto della 135, quindi chi non ce li aveva allora, come Brindisi e Taranto, non diventeranno mai Provincia, ecco perché si parla della possibilità di realizzare due città capoluogo, con tutte le cose che tentiamo di dire ma che meriterebbero degli approfondimenti e i migliori costituzionalisti si stanno cimentando per ridisegnare questo riordino delle Province che non è chiaro a nessuno. E noi umilmente e semplicemente stiamo cercando di fare un ragionamento semplice, solo finalizzato alla migliore tutela dei cittadini che rappresentiamo. Questo è il nostro dovere. Noi non possiamo prescindere da questo, è inutile che viene l’Onorevole Tizio e l’Onorevole Caio, chi tira per il Centro Destra e chi tira per il Centro Sinistra, a noi non ce ne frega niente, a noi ci interessa come guardare al futuro e come organizzare un territorio nuovo comunque, perché parliamo di un nuovo territorio che dovrà essere disegnato. E all’interno di questo territorio cosa ci mettiamo per tutelare i nostri cittadini? Io voglio vedere la firma dell’Ufficio Provinciale del Lavoro, vai e vieni di Lecce, io li voglio vedere poi e magari si ricorderanno di una decisione di questo Consiglio che ha bruciato la possibilità di mantenere a Brindisi il lavoro ed i servizi che non ce li darà nessuno, però nessuno in questo Consiglio Comunale può pretendere che noi ci blocchiamo il cervello e diciamo “no, non lo vogliamo. Ci date la ASL, ci date la Commissione Medica degli Invalidi Civili a Brindisi? Non la vogliamo. Ci lasciate l’Ufficio Provinciale del Lavoro? Non lo vogliamo”. Nessuno può pretendere che questo Consiglio Comunale ragioni così, anche se ciò io credo che non cederanno mai, però questa sera compio il mio dovere di cittadino nel dire alla città che vogliamo e questa è la proposta, vorrei che fosse chiara, vogliamo la super Provincia perché poi dobbiamo traguardare a recuperare un potere contrattuale, che fino ad oggi non abbiamo mai avuto. Noi per fare la Sant’Andrea sono 35 anni che stiamo discutendo, per dare ad una città turistica un collegamento di 2 chilometri, 35 anni che stiamo discutendo. Hanno fatto le autostrade, hanno costruito gli Aeroporti, hanno fatto tutto intorno a noi ma nessuno ci ha realizzato una bretella di collegamento con la Statale 7. Questo è baricentrismo che noi dobbiamo combattere. Allora, la precondizione vera per andare in questa direzione, perché ci giochiamo il futuro dei nostri figli, ce lo giochiamo qui, non facciamo politica e barzellette. Allora, l’unica precondizione sulla quale possiamo lavorare per quella famosa Regione che dovrebbe darci la dignità che per 35 anni ci hanno tolto è la creazione della super Provincia. Rimaniamo fermi, non ho capito perché dovremmo dire cose diverse. Rimaniamo fermi, noi siamo per la super Provincia e se non dovesse avvenire ciò siamo per Brindisi capoluogo. non togliamo niente a nessuno e né diamo niente a nessuno. Anche, dicevo, per il fatto occupazionale che tutti quanti… l’ultima battuta consentitemela: attenzione a proposito di debolezze, noi non dobbiamo ragionare delle nostre debolezze ma dei nostri punti di forza perché facciamo un gravissimo peccato mortale se ci blocchiamo la testa parlando di debolezze. Ma quante debolezze ha Lecce? Pensate che stanno rotti dal punto di vista economico. Una Provincia che è a fallimento, neanche gli stipendi è in grado di garantire e ha aumentato la RC Auto al massimo. Lasciamo stare, parliamo dei punti di forza. Teniamo l’Autostrada che si ferma a Taranto, teniamo l’Aeroporto, teniamo la imponente presenza della Marina Militare, teniamo un agglomerato industriale che è l’unico in Italia e in Europa con l’inquinamento, ma anche con le altre cose, dobbiamo guardare anche a questo anche se non stiamo dicendo che va a Taranto. Comunque se questo non dovesse accadere la partita è chiusa, come ritengo che è già chiusa da adesso. L’iniziativa del 2 ottobre non verrà forse nessun Sindaco al Castello, però abbiamo il Castello che credo sia per Oria una cosa importante. Quindi l’apertura del Castello se coincide con un grande evento come quello del 2 di ottobre, che vede tanti Sindaci – di Brindisi, Lecce e Taranto al Castello Federiciano – è una buona occasione per festeggiare questa giornata importante che restituisce il monumento di questa portata. Facciamo uno sforzo, votiamo questo documento, tanto tutti a Lecce andiamo, ci piaccia o no. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie al Sindaco per il suo intervento conclusivo. Ci sono dichiarazioni di voto? Prego, Consigliere Ferretti.
Consigliere FERRETTI
Qualcuno potrebbe pensare che io questo problema non lo sentissi perché non ho fatto l’intervento però io e il collega Mazza dello stesso gruppo abbiamo approfondito la questione e credo veramente in maniera seria e svincolata da logiche di schieramento tant’è vero che le conclusioni del Consigliere Mazza erano diverse dalla proposta che ha fatto il Consigliere Vitto o della proposta della maggioranza. Non volevo intervenire perché alle conclusioni che è arrivato il collega le condivido totalmente, ma non volevo fare polemica perché le vedo in maniera diversa perché noi dobbiamo fare una riflessione. In questo riordino nella Puglia chi è che verrà meno? Dall’analisi che ha fatto il Consigliere Mazza verrà meno solo il territorio della provincia di Brindisi perché la BAT è vero che è Provincia, però non ha ancora le istituzioni provinciali come ce le hanno le altre Province di nuova costituzione. La Provincia di Foggia diventerà una Provincia fortissima perché acquisirà anche il territorio del Gargano, il territorio di Bari diventerà città metropolitana, Lecce non si tocca e Taranto verrà salvata se le conclusioni che abbiamo fatto noi con il collega Mazza sono quelle. Allora io come la vedo in questo discorso? Purtroppo il periodo è quello che è e la spending review ormai sta colpendo tutti e sta colpendo anche le Province. Credo che questa volta la politica della Provincia di Brindisi abbia dimostrato il livello mettendo anche noi in mezzo e non soltanto alcuni esponenti parlamentari, eccetera. Nessuno forse ha capito la problematica o, meglio, fino ad un certo momento a qualcuno non interessava questa problematica perché aveva altre idee e progetti. Perché qua io che cosa ho notato? Che il movimento su questa faccenda c’è stato i primi di settembre dal Presidente della Provincia di Brindisi, fino ad allora non c’era nessun movimento, ma perché doveva essere forse con la coscienza a posto. E la stessa cosa è successo a Oria. A Oria il Sindaco, non è per polemica, il Sindaco ha cambiato tre volte il parere su questa cosa e questa delibera di stasera lo dimostra appieno, non chiarisce quello che dobbiamo fare. Sindaco, non è che voglio fare polemica, ma l’invito ai gruppi di opposizione il giorno prima del Consiglio Comunale non è un buon motivo per dire “votiamo stasera all’unanimità”. Il Sindaco di San Donaci, di San Pietro Vernotico, hanno fatto riunioni pubbliche, assemblee pubbliche, hanno convocato i cittadini, hanno fatto sondaggi. Anche lei l’ha fatto, ma poi si è fermato perché non era la speranza in cui lei volesse che andasse. Io sono rimasto deluso. Il Governo sta facendo delle scelte, però le scelte le ha fatto dando dei criteri precisi. Adesso sarà al Parlamento, ma i criteri ci sono. E come succede in Italia si incomincia a discutere di nuovo non come organizzarci, tant’è vero che nessuno… siamo ancora qui a stabilire. La Regione è stata chiara, tra l’altro la grande assente in questa problematica, al di là delle apparizioni di questo o quell’Assessore, qui se si voleva bene al territorio, la Regione avrebbe dovuto prendere il pallino in mano e dire “che dobbiamo fare con questo nuovo decreto legge che è stato predisposto?”. La Regione è assente. La Regione doveva convocare le istituzioni, non il Sindaco Pomarico. A cosa serve questo incontro martedì a dire “noi abbiamo deliberato o super Provincia o…”. Ma dobbiamo far ridere? Questo è il modo di utilizzare il Castello? Non è per polemica. Io questa sera non volevo intervenire. Non ci dobbiamo nascondere. Il territorio non è capace di affrontare la politica in maniera seria. Il Presidente Ferrarese, ripeto, non voglio fare polemica, dai primi di settembre sta parlando di Provincia. A luglio non gli interessava proprio. Ma non è che si è arrivati al 6 luglio. Il 6 luglio non c’era il decreto legge. Di riordino si parlava da un anno, infatti prima si parlava di soppressione delle Province e poi si è parlato di riordino, ecco perché dico: stasera volevo sperare che una proposta che andasse al di fuori degli schieramenti, sia da parte dello schieramento di maggioranza e sia da parte dell’altra parte, invece la proposta che faceva il Consigliere Mazza è una proposta secondo me dove si erano valutati bene tutti gli aspetti che la nuova normativa ci impone e potevamo fare una bella figura. Se dobbiamo arrivare ad essere appartenenti alla Provincia di Lecce, perché non dobbiamo deciderlo noi e all’unanimità? Il suggerimento è che venga presa in considerazione la proposta fatta.
PRESIDENTE
Grazie al Consigliere Ferretti al quale però devo ricordare – non me ne voglia – perché più volte lei ha detto che non tende generare delle polemiche e altrettanto voglio fare io stasera, non deve approfittare della dichiarazione di voto per fare il suo intervento. La invito pertanto ad attenersi a quello che è il Regolamento perché io ho invitato più volte i componenti di questo Consiglio Comunale a formulare i propri interventi perché a questo punto devo dedurre che voi vogliate approfittare della situazione. Non me ne voglia lei, come questo è invito che rivolgo a tutti i Consiglieri Comunali, ci sarà il tempo per gli interventi ed a nessuno sarà negato questo diritto, però atteniamoci al Regolamento. Non è rispettoso altrimenti del ruolo degli altri Consiglieri Comunali, non è rispettoso del Sindaco che ha formulato il suo intervento conclusivo e di chi sta parlando perché dirige e coordina i lavori di questo Consiglio Comunale. Spero che recepisca questo invito, Consigliere Ferretti, perché si dice sempre che il Presidente è cattivo, dittatore e che toglie la parola. Chiarito questo, non ho ben capito anche perché in funzione delle sue ultime indicazioni non vorrei aver capito male. La proposta del Consigliere Mazza differisce in parte da quella del Consigliere Vitto?
Consigliere MAZZA
Io ho fatto un intervento, poi ho dovuto puntualizzare che la proposta – come opportunamente il Consigliere Vitto ha specificato – proveniva dal gruppo a cui il Consigliere Vitto appartiene e dal mio intervento diciamo la proposta che è uscita e che veniva fuori è quella dell’adesione a Lecce. E’ molto immediata rispetto a quello che ho detto. Poi se si vuole trovare l’unanimità ma credo che siamo in una fase successiva.
PRESIDENTE
In presenza di queste due proposte pongo ai voti quella del Sindaco, che laddove ovviamente dovesse essere votata, contestualmente non ci sarebbe più bisogno di votare quella del dottor Vitto.
Consigliere MAZZA
Se lei la pone in questi termini però io credo che non si raggiungerà l’unanimità. Chi vota la prima non vota la seconda.
PRESIDENTE
Essendo stata quella del Sindaco la prima ad essere stata prospettata, votiamo per quella del Sindaco. Oppure un’altra indicazione utile, laddove riteneste opportuno, posso per appello nominale chiedere ad ogni singolo Consigliere se è favorevole ad una o all’altra proposta. Prego, Consigliere Vitto.
Consigliere VITTO
Grazie, Presidente. Mi meraviglio sempre di più come procedono i lavori in questo Consiglio Comunale. Generalmente quando ci sono due proposte, quando da parte del Sindaco e da parte dei Consiglieri Comunali si chiede che il documento o l’argomento venga più o meno votato all’unanimità, ci sarebbe sempre qualche richiesta da parte di qualche Consigliere buon pensante – o di maggioranza o di minoranza – che faccia presente questa volontà e chieda qualche minuto di sospensione per poter vedere se c’è una volontà per poter unificare questa.
PRESIDENTE
La sua oltre che una indicazione è una proposta di sospensione dal momento che una delle due proposte… cedo la parola al Consigliere Carone.
Consigliere CARONE
Soltanto per evidenziare un aspetto. Noi abbiamo aperto al confronto, i Consiglieri della maggioranza e il Sindaco nel suo appello conclusivo, è stato attaccato da un intervento che non voleva essere polemico, se ci sono i margini, se si vuol condividere da parte vostra qualcosa, vorrei che un segnale venisse da voi. Se i segnali sono velenosi del Consigliere Ferretti, poi non so se ci sono margini.
Consigliere VITTO
Da sempre diamo noi segnali di apertura a tanti problemi e quindi i lavori del Consiglio sanno come vanno a finire.
PRESIDENTE
Prego, Consigliere Giancarlo Marinò.
Consigliere Giancarlo MARINÒ
Non si è in grado di dire 5 minuti di sospensione e poi fra 5 minuti devono fare l’articolo che il Sindaco Pomarico e che Ferrarese stanno facendo… allora, mi voglio fare buon pensante di questo Consiglio Comunale – dottor Vitto – se ci fate una proposta di sospensione del Consiglio Comunale sarò il primo ad alzare la mano, ma fateci la proposta perché ci pare di aver sentito attacchi scorretti perché non si è avuto il coraggio di parlare quando si doveva parlare da parte vostra. Fateci la proposta.
PRESIDENTE
In assenza di proposte di sospensione procediamo con l’appello per dare seguito al voto per il quarto punto.
Il Presidente procede all’appello. Risultano presenti nr. 14 Consiglieri Comunali e nr. 3 assenti.
PRESIDENTE
Procediamo con la votazione.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, il Presidente pone in votazione palese, per alzata di mano, il punto in oggetto segnato, che viene approvato.
PRESIDENTE
Allora, nr. 10 voti favorevoli, nr. 4 contrari, astenuto nessuno. E’ inutile porre ai voti la sua proposta, Consigliere Vitto. I Consiglieri di minoranza abbandonano l’aula alle ore 19:35 minuti.

 
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Pubblicato da su 28 ottobre 2012 in consiglio comunale, riordino province

 

Articolo “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 13 settembre 2012

L’articolo riprende una notizia già pubblicata sul blog http://www.arpa-oria.com. Vedi i seguenti post:

http://www.arpa-oria.com/2012/09/vogliamo-scommettere-che-cinquemila.html

http://www.arpa-oria.com/2012/09/non-hanno-preso-il-volo-5mila-euro-ma.html

 
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Pubblicato da su 19 settembre 2012 in articolo, assessore assanti, incarichi legali

 

ESTRATTO DAL VERBALE DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 25 LUGLIO 2012

PUNTO NR. 4: “Regolamento Comunale per l’applicazione della tassa sull’occupazione degli spazi e delle aree pubbliche, la TARSU.” 

PRESIDENTE

Prendiamo atto che il Consigliere Mazza ha fatto il suo ingresso in aula.

Abbiamo pertanto 13 presenze compresa quella il Sindaco, 12 più 1. Cedo la parola all’Assessore ai servizi finanziari e al Bilancio, la dottoressa Pinto. Prego.

Assessore PINTO

Signor Presidente, signor Sindaco, Consiglieri, buon giorno. Per quanto riguarda il quarto punto all’ordine del giorno, Regolamento TARSU, quest’oggi il Consiglio è chiamato a deliberare questo nuovo regolamento che è composto da 23 articoli. Quelli che sostanzialmente hanno subito una variazione, una modifica sostanziale sono l’articolo 10 e l’articolo 11. L’articolo 10 “riduzioni per particolari condizioni d’uso prevede la suddivisione dell’intero territorio in 2 zone ben definite: la prima è quella relativa alla zona urbana, la seconda è quella della zona ex urbana. Le prerogative relative a queste due zone sono disponibili presso l’ufficio tributi e logicamente mi sono pervenute dietro mia richiesta dall’ufficio tecnico. Pertanto è possibile prevedere differenti tariffe e nelle stesse è possibile applicare le relative riduzioni previste dalla legge. Infatti per coloro che hanno a disposizione il Regolamento, primo punto: abitazioni e altri immobili urbani, sono previste le riduzioni già previste dalla legge, dalla 507 del 93, cioè il 33% delle abitazioni con unico occupante, per le abitazioni urbane tenute a disposizione uso stagionale; la stessa cosa è stata prevista per le abitazioni extraurbane. Per quanto riguarda l’articolo 11, le modifiche previste sono quelle relative a particolari condizioni e cioè che eventualmente si andranno a verificare e che dovranno poi essere messe a conoscenza dell’amministrazione e sono: il 30% delle superfici per locali adibiti ad abitazione principale, famiglie con presenze di soggetti di età inferiore ad anni 18 con minorazioni singola o plurima, che abbia ridotto l’autonomia personale in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale della storia individuale con quella di relazione, situazione che assume una connotazione di gravità ai sensi del comma 3, articolo 3, della legge 5 febbraio 1992 nr. 104, in più in tali casi il valore Isee non deve superare gli 8 mila euro; La riduzione del 32% degli immobili dichiarati monumenti nazionali e per musei, il 20% per le attività commerciali e artigianali insediate in zone della città nelle quali si svolgono lavori di pubblica utilità; il 33% per le Onlus che perseguono finalità di alto rilievo sociale, storico e culturale; e ulteriore riduzione è stata prevista da questa Amministrazione pari al 33% per quanto riguarda l’insediamento di nuove attività commerciali nel centro storico per i primi 5 anni di attività che non siano mero proseguo della attività di altri soggetti; il 15% per il restauro conservativo di immobili ubicati nel centro storico a qualsiasi uso adibiti, il cui costo sopportato a consuntivo previa di idonea documentazione non abbia superato due volte nel periodo in cui è stato attuato il restauro il reddito annuo complessivo del soggetto titolare del diritto reale sull’immobile per i 5 anni del restauro. Questa ultima riduzione è stata prevista dall’Amministrazione per cercare di incentivare le attività e quindi valorizzare il centro storico.

PRESIDENTE

Grazie all’Assessore, alla dottoressa Pinto. Ci sono interventi da parte dei Consiglieri Comunali? La parola al Consigliere Mazza. Prego.

Consigliere MAZZA

Mi sembra di aver letto nella delibera di Giunta relativa alla proposta di deliberazione del Consiglio che si tratta anche di aggiornamenti dovuti a modifiche legislative intervenute nel tempo sia pure in parte, io ritengo che quando si mette mano al Regolamento bisognerebbe poi effettivamente tenere conto anche di questi aspetti, per cui ci sono alcuni aspetti, per esempio la tassazione degli edifici scolastici è una questione ormai superata, nel senso che come sapete gli edifici scolastici non versano più l’imposta in base alle superfici ma c’è una normativa che ha stabilito che sia il Ministero a stabilire nei trasferimenti ai Comuni con riferimento alle superfici occupate da scuola pubbliche. Quindi una volta che si tocca il Regolamento converrebbe adeguarlo effettivamente alla normativa vigente. Così come per esempio c’è un importantissimo riferimento all’articolo 9, che è uno degli articoli più importanti perchè riguarda l’individuazione dell’oggetto di imposta, cioè della determinazione delle superfici tassabili, non è stato fatto riferimento alla modifica importante e introdotta con la finanziaria del 2005, quella che consente praticamente all’Amministrazione Comunale di sottoporre a tassazione una superficie almeno pari allo 80% di quella risultante dai dati catastali; e quella è una cosa fondamentale perchè un cittadino deve sapere e deve essere scritto nel regolamento che comunque per poter dichiarare superfici inferiori è necessario usare ulteriori cautele perchè questa della determinazione delle superfici nella misura dell’80% della superficie catastale è un valore difficilmente superabile. Questa è una cosa fondamentale e secondo me bisognava cogliere l’occasione per modificare, per aggiornare il nostro Regolamento. In riferimento alle superfici negli articoli successivi relativi ai casi di riduzioni, noi troviamo ancora tutta quella parte che fu inserita nel 2007, se non sbaglio, 2008 quando fu fatta l’altra modifica al Regolamento TARSU che riguardava l’eventuale riduzione per le scuole che attuavano progetti, tutta questa parte deve venir meno, non esiste più; così come pure occorre ricordare che anche il discorso relativo alla tassazione delle zone che non sono servite dal servizio di raccolta, il principio sancito dall’articolo 2, che determina qual è l’oggetto dell’imposta, l’imposta TARSU deve essere corrisposta nella misura del 20% in tutte quelle zone ove non si provvede dove il gestore del servizio di raccolta e smaltimento non provvede a eseguire il servizio per contratto o per altre circostanze indefinite. Questo che cosa vuol dire? Vuol dire che laddove a prescindere da quello che è previsto contrattualmente, quindi nel capitolato in questo caso, che la ditta nel nostro caso Monteco sottoscrisse con l’ATO Br/2, a prescindere da quella che è l’area in cui realizzare il servizio, quello che conta è che effettivamente il servizio sia erogato o meno in quelle aree, pertanto questo è un principio che non può essere assolutamente superato. Questo lo dico a ragion veduta perché in pratica a partire dall’anno scorso è stato inviata una tassazione piena a tutte le abitazioni anche extraurbane, da qui poi, dalle lamentele che seguirono ricordo che l’Amministrazione, il Sindaco, affisse un manifesto in cui prometteva riduzioni della TARSU per le campagne, cosa che poi in parte c’è stata ma in realtà quella riduzione lì veniva applicata già in precedenza anche alle abitazioni extraurbane ove c’era un occupante o l’occupazione stagionale, veniva già applicata da prima, non abbiamo inserito elementi innovativi. Il fatto è che probabilmente anche il ruolo di quest’anno contiene questa irregolarità di fare corrispondere la tassa per intero anche laddove il servizio non viene erogato. Su quale presupposto è stata – questo vorrei saperlo, credo di saperlo ma vorrei una risposta – viene applicata l’imposta per intero anche laddove il servizio non viene erogato? Do la risposta, poi se non è così me lo potrete dire voi, sul presupposto che la ditta ritiene ad di fuori di quelle che sono le previsioni contrattuali di svolgere il servizio ovunque, quando noi sappiamo benissimo che: 1) non è vero, 2) non è possibile, perchè immaginate se la ditta è in grado essendo a malapena in grado di svolgere il servizio nel centro abitato figuriamoci se è in grado di svolgere il servizio in tutte le contrade della nostra del nostro territorio comunale. È impossibile! Soprattutto visti i risultati che noi possiamo constatare quotidianamente nel centro abitato. Quindi, si deve assolutamente tenere conto in quel caso di quella che è la planimetria di erogazione del servizio che è allegata al contratto sottoscritto tra l’Ato e la Monteco. Sono ben individuate le zone in cui il servizio deve essere erogato, poi se la Monteco ritiene che altrove il servizio era in deroga o il Comune ritiene che altrove il servizio la Monteco lo eroghi regolarmente, anche al di fuori, allora bisogno dimostrarlo. E non è giusto addebitare l’imposta per intero a chi non usufruisce del servizio perchè in molti casi si tratta di gente che non è in condizioni di difendersi autonomamente nè può ritenersi che soprattutto per importi, le imposte comunali hanno veramente importi non esorbitanti, per importi di piccola entità si possa pretendere che il cittadino debba rivolgersi a professionisti esperti.

A un certo momento dice sulla base degli indirizzi, sempre nell’articolo modificato, all’articolo 11 in maniera pesante, dati annualmente dal Consiglio Comunale con la deliberazione in termini di tributi locali e tariffe nelle quali sono definiti anche… cioè, la competenza nel determinare le tariffe è della Giunta Comunale, il Segretario mi corregga se sbaglio, qui cosa vuol dire? Che il Consiglio Comunale deve esprimersi prima del Bilancio con apposita deliberazione per dare indirizzo alla Giunta di proporre delle modifiche tariffarie o di esenzione e riduzione? Perchè anche le esenzioni e riduzioni rientrerebbero nell’autonomia della Giunta se previste dal Regolamento, però qui dice che ogni volta la deliberazione in termini di tributi locali adottata dalla Giunta sulla base di indirizzi dati annualmente dal Consiglio Comunale. Cioè?

SEGRETARIO GENERALE

Sempre nel caso, vuole dire, che si adottino delle variazioni al Regolamento, questo è il senso.

Consigliere MAZZA

Io leggo che alla lettera D, poi dopo c’è un altro capoverso e dice: “sulla base degli indirizzi dati annualmente dal Consiglio Comunale con la deliberazione in termini di tributi locali a tariffe nella quale sono definite anche le percentuali di riduzione dell’esenzione a riferimenti economici e territoriali generali per la loro applicazione, la Giunta comunale provvederà a deliberare le seguenti riduzioni percentuali per le seguenti fattispecie”, quindi sono fattispecie già individuate oggi nel Regolamento, a che serve avere l’indirizzo del Consiglio Comunale quando l’organo amministrativo, l’organo esecutivo è quello che già ha pieno titolo ad esprimersi? Poi francamente vorrei che qualcuno mi spiegasse, sempre all’articolo 11 c’è un’altra lettera d, anche la nomenclatura degli articoli andrebbe rivista, cioè si inizia proprio dalla A per individuare le fattispecie di cui parlavo adesso, c’è una lettera D che io non riesco ad interpretare, mi sono anche sforzato, dice: “fino al 15% per il restauro conservativo di immobili ubicati nel centro storico a qualsiasi uso adibiti il cui costo sopportato a consuntivo, cioè dagli interventi di restauro previa presentazione di idonea documentazione non venga superata due volte nel periodo in cui è stato attuato il restauro, il reddito annuo complessivo del soggetto titolare del diritto reale sull’immobile per i 5 anni successivi al restauro”. C’è una parametrazione di redditi e di importo lavori che sinceramente uno qua si deve mettere… non vorrei che questa convocazione potrebbe essere resa in maniera più lineare e più chiara perchè potrebbe creare problemi interpretativi. L’ultima votazione riguardava l’articolo 6. Io chiudo qui l’intervento. Questo è il contributo che mi sento di poter dare. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie al consigliere Mazza. Ci sono altri interventi in merito a questo argomento? Se non ci sono altri interventi cedo nuovamente la parola all’Assessore Pinto al fine di fornire utili chiarimenti richiesti dal dottor Mazza. Prego dottoressa Pinto.

Assessore PINTO

Volevo semplicemente aggiungere questo: ci siamo attenuti a quelle che sono le normative di legge, se poi il Ministero per quanto riguarda la questione delle scuole apporterà delle modifiche e sarà logicamente compito nostro rivedere tutto non ci sono assolutamente problemi. Per quanto riguarda la suddivisione che lei ha detto…

PRESIDENTE

Per cortesia, manteniamo l’ordine di questa seduta, altrimenti non mettiamo nelle condizioni gli organi competenti di illustrare i propri interventi. Grazie.

Assessore PINTO

È intendimento di questa Amministrazione aver dovuto suddividere le due zone perchè la zona extraurbana, effettivamente non nella zona extraurbana, nelle campagne non viene effettuato il servizio quotidianamente, per di più non viene effettuato il servizio di spazzamento, di disinfestazione, di conseguenza abbiamo pensato giustamente di prevedere una tariffa ad hoc ridotta in virtù di queste attività della Monteco che non sono effettuate nella zona extraurbana. Semplicemente questo.

Consigliere MAZZA

Posso dire una cosa?

PRESIDENTE

ha terminato la dottoressa?

Consigliere MAZZA

Sì!

PRESIDENTE

Prego Consigliere Mazza.

Consigliere MAZZA

Volevo dire soltanto una cosa, cioè io facevo notare che l’opportunità, ma direi che alla fine è anche un obbligo, di adeguare il Regolamento alla normativa vigente, è vero che comunque prevale la normativa sul Regolamento, però visto che siamo qui non è così Assessore, non è che stiamo pensando di adeguarci per il futuro, questo Regolamento non è in linea con la normativa, lasciamo perdere il discorso delle scuole che quella è una cosa anche abbastanza marginale, ma la parte in cui si stabilisce la determinazione della superficie con riferimento catastale è una parte fondamentale, è la questione su cui ci sono la maggior parte dei contenziosi in Italia, questa questione qui bisogna metterla bene in chiaro nel Regolamento. Poi, l’altra questione, mi dispiace però non si può dire “siccome la Monteco svolge il servizio un giorno si e un giorno no, lo fa male, eccetera”, allora a questo punto mi verrebbe di chiedere: dove stanno le contestazioni della ditta se il servizio lo deve svolgere e non lo svolge? Ci sono atti di contestazione ufficiali? State ammettendo che la Monteco è a conoscenza che la Monteco non svolge il servizio regolarmente in certe zone, visto che la Monteco non svolge il servizio in certe zone, noi abbiamo diviso così gli alleggeriamo il carico tributario a queste abitanti, a questi concittadini perchè è giusto così; ma non è questa la questione, se non c’è il servizio devono pagare il 20% dell’imposta, invece c’è gente che dal 20% è stata chiamata a versare centinaia di euro l’anno scorso e così sarà anche quest’anno in una maniera del tutto illegittima, poi questi cittadini probabilmente non hanno nè le risorse economiche nè la forza di fare un contenzioso al Comune, ma non per questo… noi dobbiamo tutelare i cittadini, non dobbiamo andare contro i cittadini. Allora, se il servizio c’è si paga per intero con le riduzioni previste all’interno e fuori dal centro urbano, se è possibile individuarla in maniera univoca, certa; se il servizio non c’è il tributo, la tassa deve essere pagata al 20% e non con la riduzione del 33%. Questo è un aspetto chiarissimo sia nella normativa che in tutti i Regolamenti dei Comuni d’Italia. Grazie.

Assessore PINTO

Una precisazione: la riduzione del 20% è prevista nelle zone nelle quali il servizio non è effettuato, le riduzioni invece previste nell’articolo 10, riguardano la zona extraurbana dove sono residenti, che riguardano le abitazioni ad uso stagionale, oppure per coloro che hanno la residenza, è differente.

Consigliere MAZZA

Assessore allora mi dovete fare l’esempio di una famiglia soltanto che è stata tassata al 20% l’anno scorso. Nessuno è stato tassato al 20%. Non del 20%, la riduzione è dell’80%, nessuno è stato tassato, si è ritenuto che il servizio sia erogato dappertutto, in tutte le contrade. Poi portatemi l’esempio di una famiglia che l’anno scorso è stata tassata al 20% e potrei darvi ragione. Non è così! L’anno scorso si è deciso che il servizio della Monteco è stato fatto su tutto il territorio di Oria contrade comprese, il che è assurdo solo pensarlo, non dimostrarlo. Pensarlo è assurdo! Allora dobbiamo ripristinare la legalità visto che si parla tanto di legalità, chi non ha il servizio deve pagare il 20%, chi ha il servizio sia che sia saltuario che non sia saltuario, perché se è saltuario l’Amministrazione e anche i cittadini devono denunciare che il servizio non è regolare, ma se il servizio c’è, perché comunque viene svolto, c’è la presenza di mezzi ed è previsto contrattualmente, perché la Monteco può andare dove non è previsto contrattualmente ma a spese sue, perché vedete che quando la Monteco dice “io faccio il servizio in tutto il territorio comunale” queste sono le questioni da cui nascono le cause milionarie poi delle società che gestiscono questi servizi, dopo 10 anni ti dicono “io per 10 anni ho fatto il servizio e tu sei stato accondiscendente”, i giudici danno ragione, questa sarebbe la Nuova Sogea, la causa che la Monteco ha vinto a Fasano e negli altri comuni, quindi stiamo attenti che la Monteco deve fare quello che è previsto, non quello che ritiene di dover fare; e noi se ci adeguiamo addirittura adeguando l’imposta, la nostra imposta con il nostro potere decisionale stiamo avallando… quella è una questione che in Tribunale sicuramente può essere a favore della ditta che vedrete al 100% chiederà all’Ato, quindi a quel Comune, le differenze contrattuali per servizi erogati in zone che non dovevano essere servite.

PRESIDENTE

Grazie al Consigliere Mazza. Chiede la parola il Consigliere Marinò Mauro.

Consigliere Mauro MARINO’

Grazie Presidente. Io gradirei però, visto e considerato che l’argomento è abbastanza importante, se il Consigliere Mazza ci vuol fare lui degli esempi di contrade dove il servizio non viene svolto per cui noi dobbiamo fare delle riduzioni non del 33% ma dell’80%, per cui se ci fa degli esempi noi prendiamo quello che ci dice e cerchiamo di trovare una soluzione. Il discorso è questo: che noi sappiamo che l’intero territorio comunale è servito dalla Monteco,poi il servizio… forse dobbiamo ragionare della qualità del servizio Monteco, ma sul fatto che il servizio viene svolto in tutte le contrade è a nostra conoscenza… che viene effettuato. Poi se tu, Consigliere, ritieni che ci sono delle contrade in cui non c’è servizio andiamo a verificare, però questa è una tesi che sostieni tu, fino a prova contraria …

Consigliere MAZZA

Mauro tu stai avallando quindi il fatto che la Monteco extra contrattualmente va a fare il servizio dove gli pare?

Consigliere Mauro MARINO’

No, non è extra contrattualmente.

PRESIDENTE

Consigliere Marinò abbiamo già problemi di audio, io suggerirei di parlare… ecco già va meglio. Quando il volume è alto vi suggerisco di abbassare il tono della voce altrimenti non si riesce a capire.

Consigliere Mauro MARINO’

Non stavo gridando, è il volume forse del microfono.

PRESIDENTE

In effetti, francamente devo dire che non ho capito, non ho recepito granché di quello che ha detto.

Consigliere Mauro MARINO’

Non ho avallato l’ipotesi che si facciano servizi extra contrattuali, io non l’ho detto – lo dice lui di averlo sentito dalla bocca, ma io non l’ho detto -, io dico che noi abbiamo applicato le tariffe in tutte quelle zone servite dalla Monteco, ovvero che la Monteco ci riferisce che il servizio viene effettuato, siccome tu sostieni che ci sono delle contrade dove il servizio non viene effettuato, per cui in quelle zone va applicata una riduzione dell’80%, faccelo sapere tu, noi non sappiamo questo. Questo è quello che sostanzialmente dico. Noi stiamo dando per buono, e comunque non abbiamo prova contraria, che il servizio della Monteco viene svolto, per cui nelle zone extraurbane c’è una riduzione, nelle zone dove le persone sono residenti stagionalmente per cui estate, primavera, autunno e inverno li facciamo pagare così come abbiamo stabilito nel Regolamento, quindi questo abbiamo fatto, nulla di più.

PRESIDENTE

Ancora la dottoressa chiede la parola per un ulteriore precisazione.

Assessore PINTO

Voglio fare questa precisazione: ad oggi all’ufficio tributi non è pervenuta nessuna denuncia del servizio non effettuato, di conseguenza è tutto regolare.

[INTERVENTO FUORI MICROFONO]

Assessore PINTO

Assolutamente no! Sono arrivate due comunicazioni della contrada Paradiso che riguarda l’ultima zona della strada di collegamento tra Oria e Latiano ed è poi competenza di Latiano andare a ritirare i rifiuti. Quindi, denunce ad oggi non ne sono arrivate, la suddivisione effettuata ritengo che sia al momento giusta.

PRESIDENTE

Grazie alla dottoressa. Un attimo soltanto consigliere, ma là in fondo si sente? Chiedo al pubblico, là in fondo si sente con questo volume? Ah, quindi è ancora troppo alto? Chiedo cortesemente ai Consiglieri Comunali di prendere posto. Prego consigliere Marinò Mauro.

Consigliere Mauro MARINO’

Volevo solamente aggiungere un’altra cosa: circo un ragionamento che ha fatto Angelo nel suo intervento, circa l’impegno di questa Amministrazione in campagna elettorale che aveva preso sulla riduzione a riportare al 20% la tariffa nelle campagne, è vero, lo abbiamo detto in campagna elettorale, il Sindaco il primo giorno del suo insediamento ha cercato, si è interessato della vicenda; dobbiamo ricordare che l’aumento al 100% è una operazione fatta dal commissario, dalla dottoressa Iaculli, che ha portato il pagamento della TARSU al 100% anche nelle campagne. Non è possibile fare la riduzione al 20% per legge, per cui la massima riduzione che potevamo fare era quella del 33%, per cui abbiamo applicato questa riduzione del 33%. Ti posso garantire perchè lo abbiamo preso come impegno tutti, perchè vogliamo mantenere questo impegno, che cercheremo di riportare al 20% tutta la TARSU nelle zone di campagne, questo è un impegno che abbiamo preso in campagna elettorale e che rispetteremo come Amministrazione.

PRESIDENTE

Grazie al Consigliere Marinò Mauro. Ci sono altri interventi da parte dei Consiglieri Comunali? dottoressa deve aggiungere qualcos’altro? No. Cedo la parola pertanto al Sindaco per il suo intervento conclusivo. Prego Sindaco.

SINDACO

Grazie Presidente. Credo che le risposte siano state sufficientemente chiare alle tante domande presentate dal Consigliere Mazza, che per la verità non l’ho mai ascoltato in maniera così confusa come l’intervento di stamattina, evidentemente i Consigli Comunali di mattina non producono buoni effetti, perchè ha detto tutto e esattamente il contrario di tutto, ha parlato di doveri da parte dell’Amministrazione, di riduzioni che abbiamo poi effettivamente fatto, e poi ha detto diverse cose che non giuste, non ho capito assolutamente niente delle cose che ha detto. Comunque, certo lo spirito di fare opposizione a tutti i costi credo che sia un po’ noto, appartiene a tutti quando dobbiamo rompere, dobbiamo fare opposizione, dobbiamo inventarci un po’ di tutto, anche argomenti che non ci sono e motivazioni che non esistono. Quindi, comprendo questo ruolo delicato dell’opposizione perchè poi non ha argomenti forti, veri, sui quali impiantare un’opposizione degna di tale nome. Proprio sulla TARSU, sul Regolamento, credo che non ci sia Comune oggi in Italia che abbia adottato i provvedimenti che abbiamo fatto noi, abbiamo introdotto degli incentivi per il rilancio e il ripopolamento del centro storico – e questa cosa sembra che non interessi nessuno – lo abbiamo detto in programma elettorale, lo stiamo rispettando, sono degli importanti segnali che vanno nella direzione del rilancio del centro storico, però vedo che di questo nessuno ne parla e nessuno se ne è accorto, anche perchè sono degli incentivi molto importanti che riguardano praticamente tutti i cittadini che andranno lì ad impiantare un’attività produttiva, avranno delle agevolazioni, le case vacanze, gli anziani, ci sono una serie di provvedimenti che vanno incontro proprio a questo rilancio e ripopolamento del cento storico, che credo su questa cosa l’Amministrazione Comunale debba fare di più. Voi comprendete che nel momento in cui siamo con la crisi economica, con le difficoltà, con le casse comunali che sono praticamente vuote, questo e nella misura in cui lo abbiamo fatto rappresenta un segnale fortissimo che va nella direzione auspicata da tutti i cittadini italiani. Poi, rispetto a quello che è accaduto l’anno scorso, quando questa Amministrazione si è insediata si è trovata con un aumento, ha subito un aumento deciso prima che arrivassimo noi del 100% per quanto riguarda le cosiddette abitazioni stagionali nelle campagne; noi abbiamo fatto un manifesto, è vero, perchè c’era una tensione sociale e una speculazione artatamente mancata nei confronti di questa Amministrazione, che non centrava e non centra assolutamente niente, che abbiamo dovuto gestire e governare perchè diventava molto pericoloso e rischiosa per tutti, che abbiamo dovuto governare con quel manifesto attraverso il quale annunciavamo una riduzione della tassa dei rifiuti per quanto concerneva le abitazioni stagionali che avevano subito di botto un aumento dal 20 al 100%. Noi questo lo abbiamo rispettato. Ripeto, l’unico Comune che ha ridotto le tariffe sulla Tarsu e introdotto delle agevolazioni, quindi in un momento come quello che stiamo attraversando, è stato il comune di Oria, tant’è che – come diceva Mauro Marinò – per legge non potendo operare una riduzione al di sopra del 33% abbiamo dovuto dividere le abitazioni extraurbane e le abitazioni stagionali con un 33% di riduzione da un euro e 80 a metro quadrato per quanto concerne le abitazioni extraurbane residenti, dove il cittadino è residente, e poi di un altro 33%, quindi che diventa il 67%, di riduzione a proposito del manifesto e della coerenza politica, del 67% di riduzione per quanto concerne le abitazioni stagionali nelle campagne. Questo lo abbiamo fatto, siamo stati coerenti, abbiamo messo un manifesto, lo abbiamo rispettato, abbiamo operato una riduzione che avremmo potuto e dovuto non fare, stante le difficoltà finanziarie ed economiche del Comune e non soltanto del Comune di Oria, noi abbiamo avuto il coraggio di fare questa operazione perchè dovuta e per il fatto che ritenevamo che i cittadini titolari, proprietari di una abitazione stagionale fossero stati l’anno scorso penalizzati. Noi abbiamo recuperato questa forte ingiustizia e siamo stati coerenti per gli impegni che abbiamo assunto. Quindi, non capisco su che cosa viene impiantata la polemica che non ha motivo di essere, per il semplice fatto che abbiamo rispettato quello che abbiamo detto e abbiamo fatto uso sforzo enorme perchè quello che abbiamo fatto assume un valore straordinario proprio perchè fatto in un momento di grosse difficoltà per le casse comunali di Oria. Proprio per questo ha valore, perchè abbiamo operato una riduzione del 67% rispetto a un aumento che non ci appartiene e noi questa cosa l’abbiamo recuperata sul manifesto e sugli impegni, su questo versante da parte dell’Amministrazione comunale di Oria credo che nessuno abbia nulla da dire perchè siamo stati precisi e abbiamo rispettato la Legge; e a proposito di legalità, noi ci siamo messi e abbiamo operato nella legalità, non potevamo fare cose così capricciose, decidendo quote, riduzioni o aumenti a capriccio, abbiamo rispettato la legge. Quindi, chi oggi è proprietario di un’abitazione stagionale quest’anno pagherà il 67% in meno dell’anno scorso. Questo è un dato che va fissato bene nella mente di tutti, altrimenti attraverso giri di parola che noi siamo abituati a fare rischiamo di lanciare un messaggio negativo e falso ai cittadini che invece hanno recuperato quella giustizia che gli era stata negata con il provvedimento dell’anno scorso. L’ultima cosa che voglio dire per chiarire il 20%, 50%, nessuno se ce lo dice lei ne prendiamo atto, perchè lei non ci comunica le zone dove non c’è il servizio della Monteco, lo faccia, noi faremo verifiche con gli organi istituzionali preposti e applicheremo il 20%, ad oggi nonostante le numerosissime riunioni che abbiamo fatto con la Monteco su questo punto, perchè ci teniamo quanto ci tengono tutti gli altri, nessuno ci ha dichiarato che il servizio della Monteco porta a porta non viene effettuato in alcune contrade, noi non lo sappiamo. Abbiamo interessato anche il comandante dei Vigili Urbani, non c’è un verbale, ma non da chicchessia, un verbale da organi istituzionali preposti alla verifica e al controllo del servizio, se no non vale niente, nessuno ancora ci ha comunicato per iscritto che lì, in quella contrada il servizio non viene effettuato. Fino a quando questo non accade – e qualcuno ce lo deve dire – noi applicheremo il 60% in meno per quanto riguarda la tassa della Tarsu, il 67%, se ci arrivano queste comunicazioni ufficiali come un dato di fatto rispetto alle quali faremo le dovute verifiche, noi riporteremo a seconda dell’articolo del Regolamento al 20% la tassa, però qualcuno ce lo deve dire. Quindi, credo che su questo si è chiarito tutto, la confusione che vogliamo ingenerare rendiconto su un argomento del quale questa Amministrazione ne va orgogliosa per lo sforzo che ha fatto, anche per un fatto di giustizia che dovevamo restituire a quelli cittadini che sono stati penalizzati, quindi crediamo di aver fatto fino in fondo tutto il nostro dovere, anche se questa operazione costa, perchè ripeto nel momento in cui ci sono i tagli al Comune, ci sono le spese legali che sopportiamo, non arrivano più soldi da nessuna parte, eccetera, noi abbiamo avuto il coraggio, proprio per essere coerenti e rispettosi degli impegni che abbiamo assunto, di introdurre gli incentivi, per lanciare un messaggio chiaro alla città, di sviluppo e di rilancio del noto centro storico e abbiamo ridotto le tasse sulla TARSU, e nessuno deve fare speculazioni. Questa è una operazione tra le entrate e le uscite che noi andiamo a rimetterci, proprio perchè abbiamo voluto rendere giustizia a quelli cittadini che abbiamo ritenuto fossero stati penalizzati dai provvedimenti dell’anno scorso, quindi è una operazione sulla quale non c’è nessuna speculazione, non ci sono vantaggi per l’ente, non ci sono entrate in più, ma ripeto questa è una operazione che costa un bel po’ di soldini, proprio per essere coerenti con gli impegni che abbiamo assunto l’anno scorso. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie al Sindaco. Ci sono delle dichiarazioni di voto da parte dei Consiglieri Comunali?

SINDACO

Soltanto un aggiunta, perché approfittiamo per dare un po’ di informazioni: il Consigliere Mazza saprà sicuramente che il Comune di Oria è l’unico Comune della provincia di Brindisi che ancora paga un euro e 80 a metro quadrato, l’unico. Abbiamo Brindisi e con 2 euro e 50 quasi a metro quadrato, Francavilla Fontana 2 euro e 30, 2 euro e 60 a metro quadrato, non c’è Comune nella provincia di Brindisi che paga ancora quanto paghiamo noi, abbiamo la tariffa più bassa in assoluto e la Monteco ogni giorno viene a premere su questo tasto perchè vuole che anche Oria si adegui alle quote degli altri Comuni, se prendiamo anche in considerazione il fatto che è successo 15 giorni fa, che una tonnellata di rifiuti prima costava 75 euro, oggi è andata di botto a 96 e invece noi siamo veramente in fortissime difficoltà sia perchè non abbiamo adeguato le tariffe agli altri Comuni della provincia di Brindisi, perché siamo gli unici rimasti ad 1 euro e 80, e sia perchè di fronte a un aumento a mò di blitz da parte di discariche private del 40%, da un giorno all’altro, voi comprendete quante difficoltà abbiamo per affrontare questo tipo di problema; e nonostante questo abbiamo abbassato le tasse per quanto riguarda le abitazioni extraurbane e stagionali. Quindi, mi sembra che questa operazione tutto sommato sia una operazione che andrebbe vissuta in maniera molto positiva da tutti, su questo problema le polemiche non hanno veramente senso e sono fuori luogo.

PRESIDENTE

Grazie ancora al Sindaco per queste sue ulteriori precisazioni. Chiedevo al Consiglio Comunale se ci sono delle dichiarazioni di voto, altrimenti

procediamo con l’appello per poi dare seguito all’approvazione dell’argomento.

Il Presidente procede all’appello. Risultano presenti nr. 13 Consiglieri Comunali.

PRESIDENTE

13 presenti, 4 assenti. In applicazione di quanto prevede l’articolo

28 dello statuto, ogni regolamento va approvato singolarmente, articolo per articolo, per poi dare seguito a una votazione complessiva. Io suggerirei, considerato che l’argomento in trattazione si compone di ben 23 articoli e quello successivo anche di più, di 35 articoli, quindi se non ci sono delle osservazioni o delle contrarietà, io suggerirei al Consiglio Comunale di prevedere la votazione in un’unica espressione, salvo che qualche Consigliere Comunale non sia già orientato ad esprimere dei voti differenti e quindi una sua determinazione differente a seconda dei singoli articoli. Per essere più esplicito, se il Consigliere tal de tale intende votare allo stesso modo per tutti e 23 gli articoli, è inopportuno a meno che lo stesso Consigliere Comunale non sia già determinato a fornire una votazione differente in uno degli articoli che compongono il Regolamento. In assenza di dette volontà, quindi suppongo che si potrebbe dare seguito alla votazione complessiva. Ci sono contrarietà quanto a questo indirizzo che ho suggerito? Preso atto che tutto il Consiglio è d’accordo, quindi votiamo in un’unica soluzione. Chi è favorevole all’approvazione del Regolamento Tarsu così come è stato illustrato presente al punto nr. 4 all’ordine del giorno composto da 23 articoli? Alzasse la mano, per cortesia.

Non essendoci ulteriori richieste di intervento, il Presidente pone in votazione palese, per alzata di mano, il punto in oggetto segnato che viene approvato.

PRESIDENTE

Undici voti favorevoli, contrario il Consigliere Mazza, astenuto il Consigliere Farina. Pertanto il Regolamento viene approvato.

Votiamo adesso per l’immediata eseguibilità dell’argomento. Chi è favorevole per l’immediata eseguibilità alzasse la mano.

Non essendoci ulteriori richieste di intervento, il Presidente pone in votazione palese, per alzata di mano, la proposta di cui sopra, che viene approvata.

Undici voti favorevoli, contrario il Consigliere Mazza, astenuto il Consigliere farina. Approvato questo argomento, procediamo con la trattazione del quinto argomento.

 
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Pubblicato da su 2 settembre 2012 in consiglio comunale, regolamento, tarsu, tributi

 

ESTRATTO DEL CODICE DI PROCEDURA CIVILE. CAPO IV: DELLA REVOCAZIONE

Art. 395.

(Casi di revocazione)

Le sentenze pronunciate in grado di appello o in unico grado possono essere impugnate per revocazione:
1) se sono l’effetto del dolo di una delle parti in danno dell’altra; (1)
2) se si e’ giudicato in base a prove riconosciute o comunque dichiarate false dopo la sentenza oppure che la parte soccombente ignorava essere state riconosciute o dichiarate tali prima della sentenza;
3) se dopo la sentenza sono stati trovati uno o piu’ documenti decisivi che la parte non aveva potuto produrre in giudizio per causa di forza maggiore o per fatto dell’avversario;
4) se la sentenza e’ l’effetto di un errore di fatto risultante dagli atti o documenti della causa. Vi e’ questo errore quando la decisione e’ fondata sulla supposizione di un fatto la cui verita’ e’ incontrastabilmente esclusa, oppure quando e’ supposta l’inesistenza di un fatto la cui verita’ e’ positivamente stabilita, e tanto nell’uno quanto nell’altro caso se il fatto non costitui’ un punto controverso sul quale la sentenza ebbe a pronunciare; (2)
5) se la sentenza e’ contraria ad altra precedente avente fra le parti autorita’ di cosa giudicata, purche’ non abbia pronunciato sulla relativa eccezione;
6) se la sentenza e’ effetto del dolo del giudice, accertato con sentenza passata in giudicato.

(1) La Corte costituzionale con sentenza 20 febbraio 1995, n. 51 ha dichiarato la illegittimità costituzionale del numero 1) del presente articolo nella parte in cui non prevede la revocazione avverso i provvedimenti di convalida di sfratto per morosita’ che siano l’effetto del dolo di una delle parti in danno dell’altra.
(2) La Corte costituzionale con sentenza 30 gennaio 1986, n. 17 ha dichiarato la illegittimità di questo articolo nella parte in cui non prevede la revocazione delle sentenze della Corte di cassazione rese su ricorsi basati sull’art. 360, n. 4 del codice di procedura civile ed affette dall’errore di cui all’art. 395, n. 4, c.p.c..
Con successiva sentenza 20 dicembre 1989, n. 558 la stessa Corte ha dichiarato la illegittimità costituzionale dell’art. 395, n. 4 c.p.c. nella parte in cui non prevede la revocazione per errore di fatto avverso i provvedimenti di convalida di sfratto o licenza per finita locazione emessi in assenza o per mancata opposizione dell’intimato.
Infine con sentenza 31 gennaio 1991, n. 36 ha dichiarato la illegittimità costituzionale dello stesso n. 4 nella parte in cui non prevede la revocazione di sentenze della Corte di cassazione per errore di fatto nella lettura di atti interni al suo stesso giudizio.
_______________

Cfr. Consiglio di Stato, sez. V, sentenza 5 febbraio 2009, n. 631 e Consiglio di Stato, sez. V, sentenza 19 giugno 2009, n. 4040 in Altalex Massimario.

Art. 396.
(Revocazione delle sentenze per le quali e’ scaduto il termine per l’appello)

Le sentenze per le quali e’ scaduto il termine per l’appello possono essere impugnate per revocazione nei casi dei nn. 1, 2, 3 e 6 dell’articolo precedente, purche’ la scoperta del dolo o della falsita’ o il recupero dei documenti o la pronuncia della sentenza di cui al n. 6 siano avvenuti dopo la scadenza del termine suddetto.
Se i fatti menzionati nel comma precedente avvengono durante il corso del termine per l’appello, il termine stesso e’ prorogato dal giorno dell’avvenimento in modo da raggiungere i trenta giorni da esso.

Art. 397.
(Revocazione proponibile dal pubblico ministero)

Nelle cause in cui l’intervento del pubblico ministero e’ obbligatorio a norma dell’articolo 70 primo comma, le sentenze previste nei due articoli precedenti possono essere impugnate per revocazione dal pubblico ministero:
1) quando la sentenza e’ stata pronunciata senza che egli sia stato sentito;
2) quando la sentenza e’ l’effetto della collusione posta in opera dalle parti per frodare la legge.

Art. 398.
(Proposizione della domanda)

La revocazione si propone con citazione davanti allo stesso giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata.
La citazione deve indicare, a pena d’inammissibilita’, il motivo della revocazione e le prove relative alla dimostrazione dei fatti di cui ai numeri 1, 2, 3 e 6 dell’articolo 395, del giorno della scoperta o dell’accertamento del dolo o della falsita’ o del recupero dei documenti.
La citazione deve essere sottoscritta da un difensore munito di procura speciale.
La proposizione della revocazione non sospende il termine per proporre il ricorso per cassazione o il procedimento relativo. Tuttavia il giudice davanti a cui e’ proposta la revocazione, su istanza di parte, puo’ sospendere l’uno o l’altro fino alla comunicazione della sentenza che abbia pronunciato sulla revocazione, qualora ritenga non manifestamente infondata la revocazione proposta. (1)

(1) Comma cosi’ sostituito dall’art. 68, Legge 26 novembre 1990, n. 353.

Art. 399.
(Deposito della citazione e della risposta)

Se la revocazione e’ proposta davanti al tribunale o alla corte d’appello, la citazione deve essere depositata, a pena di improcedibilita’, entro venti giorni dalla notificazione, nella cancelleria del giudice adito insieme con la copia autentica della sentenza impugnata.
Le altre parti debbono costituirsi nello stesso termine mediante deposito in cancelleria di una comparsa contenente le loro conclusioni.
Se la revocazione e’ proposta davanti al giudice di pace il deposito e la costituzione di cui ai due commi precedenti debbono farsi a norma dell’articolo 319. (1)

(1) Comma cosi’ sostituito dal Dlgs. 19 febbraio 1998, n. 51.

Art. 400.
(Procedimento)

Davanti al giudice adito si osservano le norme stabilite per il procedimento davanti a lui in quanto non derogate da quelle del presente capo.

Art. 401.
(Sospensione dell’esecuzione)

Il giudice della revocazione puo’ pronunciare, su istanza di parte inserita nell’atto di citazione, l’ordinanza prevista nell’articolo 373, con lo stesso procedimento in camera di consiglio ivi stabilito.

Art. 402.
(Decisione)

Con la sentenza che pronuncia la revocazione il giudice decide il merito della causa e dispone l’eventuale restituzione di cio’ che siasi conseguito con la sentenza revocata.
Il giudice, se per la decisione del merito della causa ritiene di dover disporre nuovi mezzi istruttori, pronuncia, con sentenza, la revocazione della sentenza impugnata e rimette con ordinanza le parti davanti all’istruttore.

Art. 403.
(Impugnazione della sentenza di revocazione)

Non puo’ essere impugnata per revocazione la sentenza pronunciata nel giudizio di revocazione.
Contro di essa sono ammessi i mezzi d’impugnazione ai quali era originariamente soggetta la sentenza impugnata per revocazione.

 
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Pubblicato da su 23 giugno 2012 in incarichi legali, revocazione, sprechi

 

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INTERROGAZIONE DEI CONSIGLIERI DI MINORANZA SU CONTROVERSIA ANTONINI/COMUNE

INTERROGAZIONE

(art. 21 del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale)

 

                                                                                              Al Sindaco del Comune di Oria

 

 

OGGETTO: Sentenza Consiglio di Stato – Sez. V n. 6296 del 29/11/2011.

            I sottoscritti Consiglieri Comunali

PREMESSO

  • che il Consiglio di Stato – Sez. V, con sentenza n. 6296 del 29/11/2011 ha accolto il ricorso in appello numero di R.G. 2303/2007 proposto dal sig. Antonini Alberto contro l’Amministrazione Comunale di Oria per la riforma della sentenza del T.A.R. Puglia – Sez. Staccata di Lecce, Sez. I n. 01596/2006, concernente la mancata realizzazione di un complesso edificatorio in Oria in località Colle Iris;
  • che il Consiglio di Stato, pur accogliendo le richieste dell’appellante, non si è ancora pronunciato definitivamente, avendo disposto consulenza tecnica d’ufficio al fine della definizione del quantum debeatur,  e ha rinviato il giudizio per l’ulteriore trattazione all’udienza pubblica del 29 maggio 2012;
  • che il Comune di Oria ha nominato, con determinazione n. 884 del 20/12/2011, quale proprio consulente di parte, il dott. Domenico Catanzaro con Studio in Francavilla Fontana;
  • che in ragione di quanto sopra rappresentato il Comune di Oria è esposto al rischio più che concreto di dover corrispondere all’appellante un risarcimento ingente, se si considera che la richiesta di parte ammonta a poco meno di 3 milioni di euro;

 

CONSIDERATO

  • che il giornale locale “Lo Strillone”, dopo aver dedicato alla vicenda un ampio servizio nel n. 14 di gennaio 2012, è ritornato sull’argomento nell’uscita della prima quindicina del mese di aprile con un articolo che  appare di grandissimo interesse in quanto riferisce del rilascio da parte dell’Ufficio Tecnico Comunale di due “nuovi permessi a costruire”, nel 2005 e nel 2009, su una parte del terreno in precedenza impegnato dal progetto dell’imprenditore Antonini;
  • che la circostanza appena richiamata, se confermata, assumerebbe grande rilievo nella vicenda se si considera che il rilascio di un Permesso di Costruire presuppone, quale requisito essenziale, la disponibilità del terreno su cui dovrà insistere l’opera, ragion per cui a fronte di un permesso di costruire regolarmente (tanto si suppone) rilasciato nel 2005, deve necessariamente esistere un atto di disimpegno, da parte del proprietario, dai precedenti accordi relativi alla presentazione del progetto per la realizzazione del complesso turistico ricettivo oggetto della controversia;
  • che, sulla scorta delle considerazioni appena svolte, potrebbe risultare vera la circostanza per cui l’odierno appellante non disporrebbe più nella sua interezza, ormai da tempo, del lotto su cui avrebbe insistito l’opera, ricadendo perciò in una situazione di carenza del presupposto essenziale per il rilascio del Permesso di Costruire;
  • che potrebbe sembrare all’opinione pubblica, se non adeguatamente informata, che l’attuale Amministrazione Comunale di Oria, con riferimento alla delicata questione che ci occupa, non abbia esercitato in maniera sufficiente ogni azione volta alla tutela del proprio patrimonio, il che risulterebbe particolarmente grave in un periodo in cui (la S.V. lo va ripetendo ad ogni occasione) le casse comunali sono vuote e le tasche dei contribuenti sono messe a dura prova dalle continue manovre fiscali di respiro nazionale, regionale e comunale.

Tutto quanto sopra premesso e considerato, i sottoscritti Consiglieri Comunali

INTERROGANO IL SIGNOR SINDACO

 

            per conoscere:

  1. se risulta vero ed esatto quanto riportato dal giornale “Lo Strillone” circa la concessione da parte dell’Ufficio Tecnico Comunale di due “nuovi permessi a costruire”, nel 2005 e nel 2009, su una parte del terreno in precedenza impegnato dal progetto dell’imprenditore Antonini;
  2. se l’attuale Amministrazione Comunale si è preoccupata, almeno successivamente alla pubblicazione su “Lo Strillone” degli articoli sopra richiamati e prima che le operazioni peritali fossero concluse, di verificare presso i propri uffici ed anche presso i soggetti interessati alla vicenda (proprietari dei lotti, progettisti, costruttori) la sussistenza nel tempo della titolarità dei diritti di utilizzo dei lotti oggetto della richiesta di concessione edilizia del 21/12/2001;
  3. se il legale dell’Ente ha eventualmente riscontrato la mancanza di disponibilità del lotto da parte del ricorrente già alla data della presentazione del ricorso al TAR e, in caso affermativo, se ha rappresentato detta circostanza negli atti di costituzione o in altri atti di giudizio sia dinnanzi al TAR che al Consiglio di Stato;
  4. se il dott. Catanzaro ha eventualmente riscontrato la mancanza di disponibilità del lotto da parte del ricorrente già alla data della presentazione del ricorso al TAR e, in caso affermativo, se ha rappresentato detta circostanza nella propria relazione di parte e/o durante le riunioni peritali convocate dal C.T.U dott. Pezzuto, al fine di ridurre la pretesa risarcitoria;
  5. quali azioni intenda intraprendere l’Amministrazione Comunale al fine di evitare che venga corrisposto alcun risarcimento che appare oltremodo ingiusto se non, addirittura, assurdo.

Si richiede risposta scritta ed immediata stante la importanza e l’urgenza della questione.

Si porgono distinti saluti.

 

Oria, 4 maggio 2012

F.to

Cosimo Ferretti, Angelo Mazza (Consiglieri Comunali “Io Amo Oria – Io Amo l’Italia”)

Giuseppe Carbone (Consigliere Comunale “Impegno Sociale”)

Ermanno Vitto (Consigliere Comunale “P.D.L.”)

Leonzio Spina  (Consigliere Comunale “La Puglia Prima di Tutto”)

 
 

INTERROGAZIONE AL SINDACO SUL DECRETO DI NOMINA DEL RESPONSABILE DELL’UFFICIO DEL CONSIGLIO COMUNALE

INTERROGAZIONE

(art. 21 del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale)

 

                                                                                              Al Sindaco del Comune di Oria

  

OGGETTO: decreto sindacale n. prot. 5896 del 20/03/2012

            Il sottoscritto Angelo Mazza, Consigliere Comunale e capogruppo del movimento politico “Io Amo Oria- Io Amo l’Italia”,

PREMESSO

  • che con il decreto del Sindaco richiamato in oggetto il dipendente Patisso Leonzio è stato incaricato della responsabilità dell’Ufficio del Consiglio Comunale con i compiti previsti dagli artt. 30, 32, 33 e 34 del Regolamento per il Funzionamento del Consiglio Comunale;
  • che l’art. 31 del citato Regolamento, al comma 5, dice che la dotazione organica dell’Ufficio del Consiglio Comunale, comprendente il Responsabile ed un numero di tre addetti, è definita su designazione di almeno un terzo dei consiglieri comunali e proposta del Presidente del Consiglio, con disposizione d’indirizzo approvata dall’Assemblea consiliare per l’inserimento da parte della Giunta nel Regolamento sull’Ordinamento degli Uffici e dei Servizi del nuovo Ufficio e della dotazione organica dei posti allo stesso relativi; Read the rest of this entry »
 

RICHIESTA DI ATTI RELATIVI ALLA PROGETTO DEL NUOVO MUSEO ARCHEOLOGICO DI ORIA E DEI MESSAPI

RICHIESTA DI ACCESSO AGLI ATTI AMMINISTRATIVI

                                                                 Al Responsabile del Settore AFFARI GENERALI                                                                                                      del Comune di Oria

 Il sottoscritto Angelo Mazza, nella sua qualità di Consigliere Comunale, ai sensi dell’art. 43 del D.Lgs. 267/2000 e dell’art. 25 dello Statuto del Comune di Oria

C H I E D E

– IL RILASCIO DI COPIA SEMPLICE

 esclusivamente in relazione all’espletamento del proprio mandato elettivo, dei seguenti atti e documenti amministrativi completi dei relativi allegati:

  1. progetto esecutivo per l’istituzione del “Museo Archeologico di Oria e dei Messapi” approvato con  Delibera di Giunta Municipale n. 34 del 22 marzo 2012;

  2. istanza di partecipazione al bando pubblico Asse IV – PO FESR 2007-2013 Linea 4.2 completa della documentazione prevista all’art. 7 del bando pubblicato sul BURP n. 13 del 26/01/2012. Tutta la documentazione può essere fornita allo scrivente su supporto informatico.

  3. progetto relativo ai lavori eseguiti e/o in corso di esecuzione nei locali di proprietà comunale ex piazza coperta, completo di ulteriore documentazione di supporto.

Conferisce il consenso al trattamento dei propri dati personali e/o sensibili ai sensi del D. Lgs. 196/03 e prende atto delle informazioni di cui all’art. 13 del D. Lgs. 196/03.

Oria, 29 marzo 2012

                                                                                                                                                                                                    dott. Angelo Mazza                                                                                                                                                                    CONSIGLIERE COMUNALE

 

RICHIESTA DOCUMENTAZIONE RELATIVA A DISTRUZIONE NECROPOLI MESSAPICA

 

RICHIESTA DI ACCESSO AGLI ATTI AMMINISTRATIVI

                                                                 Al Responsabile del Settore AFFARI GENERALI                                                                                                      del Comune di Oria

 Il sottoscritto Angelo Mazza, nella sua qualità di Consigliere Comunale, ai sensi dell’art. 43 del D.Lgs. 267/2000 e dell’art. 25 dello Statuto del Comune di Oria

C H I E D E

IL RILASCIO DI COPIA SEMPLICE

 esclusivamente in relazione all’espletamento del proprio mandato elettivo, dei seguenti atti e documenti amministrativi completi dei relativi allegati: 

1. fascicolo completo conservato presso l’Ufficio di Polizia Municipale relativo ai lavori presso l’Istituto dei Padri Vincenziani per la realizzazione di un campo di calcetto e in particolare, per essere personalmente certo della loro esistenza, la seguente documentazione:

a)      lettera del dirigente della Soprintendenza dott. Andreassi al Comune di Oria;

b)    lettera del Comandante della Polizia Municipale Emilio Guido alla Procura della Repubblica;

c)    lettera del soprintendente Ressa al Presidente dell’Ordine degli architetti e p. c. al Comune;

2. D.I.A. tecnica ed ogni ulteriore documentazione a supporto della richiesta di esecuzione dei lavori.

  Si precisa che la richiesta di cui al punto 1 deve comunque intendersi quale copia di tutta la documentazione inclusa nel fascicolo che, pertanto, non può non riguardare gli atti di cui sub. 1 lettere a), b) e c) salvo sopravvenute cause di smarrimento o di furto.

  Si ricorda, infine, che per quanto stabilito dalla Legge e confermato da copiosa ed unanime giurisprudenza amministrativa, alle richieste di accesso agli atti da parte dei Consiglieri Comunali utili allo svolgimento del proprio mandato non può essere opposta alcuna limitazione derivante dalla loro natura riservata, dal momento che essi pure sono vincolati all’osservanza del segreto nei casi specificati dalla legge.

Il sottoscritto conferisce il consenso al trattamento dei propri dati personali e/o sensibili ai sensi del D. Lgs. 196/03 e prende atto delle informazioni di cui all’art. 13 del D. Lgs. 196/03.

Oria, 29 marzo 2012.

                                                                                                                                    dott. Angelo Mazza                                                                                                                                                                CONSIGLIERE COMUNALE

 

Ministero dell’Economia e delle Finanze – Risoluzione n. 2/DF del 24 aprile 2009

MINISTERO
DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

DIPARTIMENTO DELLE FINANZE – DIREZIONE FEDERALISMO FISCALE

RISOLUZIONE N. 2/DF – prot. 4678/2009                                                                   Roma, 24 aprile 2009

OGGETTO: Imposta comunale sulla pubblicità e diritto sulle pubbliche affissioni. Chiarimenti relativi all’applicazione di alcune esenzioni dal tributo.

Sono pervenuti alla scrivente diversi quesiti con i quali sono stati richiesti alcuni chiarimenti in merito alla corretta applicazione delle disposizioni contenute nell’art. 17, comma 1, lettere a) e b) e comma 1-bis) del D.Lgs. 15 novembre 1993, n. 507, in materia di esenzioni dall’imposta comunale sulla pubblicità per l’esposizione delle insegne di esercizio e di altri mezzi pubblicitari presso la sede di numerose banche.
In proposito, si precisa quanto segue.

1. ESENZIONE PER LE INSEGNE DI ESERCIZIO.
Nell’ipotesi in cui sul territorio di un comune siano presenti più filiali facenti capo alla stessa banca, la superficie imponibile delle insegne di esercizio che, ai fini del riconoscimento dell’esenzione dal pagamento del tributo non deve essere superiore al limite dimensionale di cinque metri quadrati, va calcolata con riferimento alle insegne di ogni singola filiale e non in modo cumulativo. Va ribadito, infatti, che il citato art. 17, comma 1-bis) del D.Lgs. n. 507 del 1993, dispone l’esenzione dal pagamento dell’imposta sulla pubblicità per le insegne di esercizio di superficie fino a cinque metri quadrati che contraddistinguono la sede ove si svolge l’attività cui si riferiscono. L’esenzione in discorso, pertanto, va applicata all’insegna, od a una pluralità di esse, apposte su ognuno dei locali ove si svolge l’attività economica, a nulla rilevando che una stessa azienda operi attraverso una pluralità di sedi o filiali sul territorio dello stesso ente locale.

L’interpretazione della norma volta a legittimare il calcolo cumulativo della superficie delle insegne di esercizio riferibili a tutte le filiali presenti sul territorio comunale appare, pertanto, apertamente in contrasto sia con la ratio che con la lettera della legge.

Va evidenziato, poi, che in ordine alle modalità di calcolo della superficie esente sono stati offerti alcuni chiarimenti con la circolare n. 3/DPF del 3 maggio 2002, nella quale è stato precisato che, poiché la superficie cui fare riferimento è quella valida ai fini tributari, per la sua misurazione devono trovare applicazione le disposizioni dell’art. 7 del D.Lgs. n. 507 del 1993, che stabilisce che l’imposta si determina in base alla superficie della minima figura piana geometrica in cui è circoscritto il mezzo pubblicitario.
Occorre ulteriormente chiarire che nel caso di pluralità di insegne l’arrotondamento previsto dal comma 2, del citato art. 7 del D.Lgs. n. 507 del 1993 – in base al quale le superfici inferiori ad un metro quadrato si arrotondano per eccesso al metro quadrato e le frazioni di esso, oltre il primo, si arrotondano a mezzo metro quadrato – deve essere applicato solo alla somma complessiva delle superfici imponibili e non alla superficie di ogni singola insegna. Infatti, il comma 5 dell’art. 2-bis del d.l. 22 febbraio 2002. n. 13, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2002, n. 75, richiede espressamente per questa fattispecie che il calcolo dei cinque metri quadrati deve essere effettuato sulla “superficie complessiva” delle insegne di esercizio, con la conseguenza che deve essere calcolata la somma totale della superficie dei vari mezzi pubblicitari apposti presso la sede di ogni singola filiale ed al risultato ottenuto va applicato l’arrotondamento in questione. Read the rest of this entry »